Sconto sugli affitti nelle case popolari: la Regione dimentica il bonus agli anziani
Aiuti riservati agli inquilini Aler, stop a Mm
Contrordine. «Al momento» per gli anziani poveri delle case popolari di proprietà comunale non c’è alcuno sconto sugli affitti. Nonostante il voto (unanime) del consiglio regionale, l’ordine di servizio dell’assessorato è quello di riservare le agevolazioni soltanto agli inquilini Aler.
Il caso nasce da una delibera della giunta regionale approvata a metà dicembre che, con una copertura finanziaria di 16 milioni di euro in tre anni, punta ad azzerare il canone d’affitto agli anziani indigenti che vivono nelle case popolari dell’Aler, l’azienda regionale di edilizia residenziale. Si tratta di andare incontro a una platea calcolata in circa novemila persone in tutta la regione, cioè inquilini con più di 70 anni di età e meno di 9 mila euro annui di reddito. A due condizioni: che siano in regola con i pagamenti dei canoni da almeno cinque anni che e siano residenti in Lombardia da almeno 10 anni.
Il provvedimento, però, viene portato all’attenzione del consiglio regionale in occasione della discussione del bilancio preventivo. La consigliera del Pd Carmela Rozza propone un emendamento che estende la misura di welfare anche agli anziani poveri che vivono nelle case popolari di proprietà comunale. «Gli inquilini delle case popolari non sono di serie A e di serie B in base alla proprietà degli alloggi», dice in aula. E in effetti la sua proposta viene accolta e votata all’unanimità. Trascorso poco più di un mese, da uno scambio di email tra uffici regionali emerge un divario tra volontà politica e realtà dei fatti. Un funzionario si rivolge a Francesco Foti, direttore generale dell’assessorato alle Politiche sociali, abitative e disabilità, per chiedere chiarimenti, poiché ai Comuni non è ancora arrivata alcuna notizia. Quando toccherà anche a quegli inquilini ricevere lo sconto sull’affitto? «Al momento la giunta regionale ha deliberato una sperimentazione circoscritta alle sole aziende — risponde Foti, riferendosi alle Aler —. Non è detto che in un prossimo futuro, reperendo le necessarie risorse, la misura non possa essere estesa anche ai Comuni».
«È una mancanza di rispetto a tutti i consiglieri regionali e ai cittadini — protesta Carmela Rozza — la Regione ha la competenza per tutta l’edilizia pubblica, già in campagna elettorale il presidente Attilio Fontana aveva dichiarato che questo era un obiettivo e non posso pensare che la Lega si comporti da arruffapopoli approvando una decisione in aula per poi permettere un imbroglio che tradisce quel voto». La consigliera del Pd spiega anche che, ipotizzando una platea, al massimo, di 20 mila persone, «stiamo parlando di un milione di euro in più». L’assessore Stefano Bolognini replica: «Insieme all’Anci stiamo monitorando nei Comuni quanti siano i cittadini che rientrano nei requisiti del provvedimento. Su quella base interverremo per estendere la misura a tutti i lombardi che ne avranno diritto».
Sempre ieri, intanto, Bolognini ha presentato il bando «Nuove Luci a San Siro», che offre 10 immobili commerciali Aler sfitti e da ristrutturare a opera di chi si aggiudicherà l’assegnazione. E contemporaneamente i sindacati Sunia, Sicet e Unione Inquilini si sono riuniti in un cortile di via Lorenteggio 181 per «denunciare le gravissime responsabilità di Regione, Aler e Comune nella conduzione del programma si riqualificazione del quartiere». Il rischio dei ritardi, sottolineano, «è quello di perdere gli 80 milioni di euro stanziati da Unione europea e governo».