Auto di lusso dall’estero Cinque arresti per truffa
Berline, Suv e auto sportive vendute a prezzi imbattibili, inferiori fino al 10% rispetto al valore di mercato. Un ribasso dietro il quale si nascondeva una frode fiscale. Centinaia di fatture false, emesse per evadere l’Iva e sbaragliare la concorrenza. Una frode scoperta dalla Guardia di finanza di Como dopo una lunga indagine sfociata ieri nell’arresto di cinque persone. Agli indagati sono stati sequestrati beni per 3 milioni di euro, pari al valore delle tasse non versate. Le macchine venivano comprate all’estero, soprattutto in Germania. Centinaia di auto di fascia medio-alta, con prezzi tra i 25 e i 70 mila euro, con picchi sopra i 100 mila. è il caso di una Porsche 911 S del 2017, valore di mercato superiore ai 124mila euro, messa in vendita a 117mila. Per piazzare le macchine, gli arrestati utilizzavano soprattutto siti web specializzati. Gli acquirenti, ai quali non viene contestato alcun reato, erano soprattutto giovani italiani, in particolare frontalieri, residenti nella zona del medio Lario e del Porlezzese. Le società coinvolte sono la S&B Auto, con sede legale a Milano e attività a Porlezza; l’Officina S&B, con uffici a Grandola ed Uniti e sede operativa a Carlazzo, e la Lm Auto, con sede legale a Monza e attività a Guanzate. Gli indagati sono legali rappresentanti e amministratori delle aziende, due delle quali nel frattempo sono state chiuse. Per evadere l’Iva, secondo la ricostruzione dei militari della Guardia di finanza di Como, agli ordini del comandante provinciale colonnello Alberto Catalano, gli indagati falsificavano le fatture, intestate correttamente dai venditori alle concessionarie, simulando la vendita diretta all’acquirente finale e saltando il passaggio intermedio. Una frode che permetteva loro di non pagare l’Iva. La frode si era poi evoluta con la costituzione della Car Planet Sro, in Repubblica Ceca, una società virtuale utilizzata come schermo per scaricare su un gruppo di fatto inesistente la responsabilità dell’evasione dell’Iva. Tra il 2015 e il 2017, secondo la ricostruzione delle Fiamme gialle, gli arrestati hanno gestito un giro d’affari di quasi 15 milioni di euro.