Surfisti sullo skateboard
Una tavola a rotelle e il vento in poppa Sull’argine del Po il nuovo sport inventato da 4 amici
All’aria aperta LODI Bastano una vela da surf, una tavola a rotelle, il minimo sindacale di vento, un pizzico di adrenalina, un nastro d’asfalto a disposizione e l’«arzen-surf», versione basso-lodigiana dello wind-skate, è servito. Teatro delle imprese di un quartetto di amici è l’argine di Valloria a Guardamiglio (Lodi), storicamente guardiano della golena del Grande Fiume su cui al massimo si arrampica qualche mezzo agricolo ma da un paio d’anni divenuto territorio di caccia per i surfer «alla lodigiana», che durante l’inverno non possono allenarsi con continuità. Laghi nelle vicinanze non ce ne sono e il mare più vicino è a 200 chilometri. Così i quattro lodigiani si sono inventati una disciplina dal nulla incrociando la loro passione per lo sport all’aria aperta e un pizzico di creatività: almeno una volta alla settimana solcano l’argine ciclabile del Po, che grazie alla sua posizione rialzata spesso riceve una discreta brezza, su vele a rotelle costruite da loro.
Una versione lodigiana del wind-skate, l’arzen surf, come lo hanno ribattezzato Nunzio, Gaetano, Marcello e Daniele giocando sul vocabolo in dialetto di «argine»: ed è proprio sull’argine al confine tra Lodi e Piacenza che li si vede spesso scorrazzare su questi strani arnesi a quattro ruote, fra cicloturisti, famiglie e trattoristi. Due di loro vengono dal windsurf con un’esperienza ventennale, gli altri due, invece, amanti degli sport estremi e forti soprattutto sulla tavola, neve compresa. Il connubio perfetto per creare un nuovo sport in cui i quattro si divertono a percorrere l’argine spinti da un vento mai superiore ai 30 chilometri orari («e quando soffia forte ci mettiamo caschetto e protezioni»), a cronometrarsi e a riprendersi con gli smartphone per postare i video su YouTube. A sentirli sembrano teenager in cerca di emozioni forti, invece i due skater hanno 40 anni (Marcello Sgariboldi è vigile del fuoco e Daniele Santorsola insegna educazione fisica) mentre i surfers — Nunzio Orsi e Gaetano Bertelli — sono a un passo dalla sessantina e fanno entrambi i macellai.
«Ci muove l’amore per gli sport originali e stare all’aria aperta — racconta Marcello, il primo ad avere l’idea di montare regolamentari vele da surf sopra una tavola da skate — e l’argine di Valloria è un ambiente bellissimo. Inoltre c’è anche l’acqua (il fiume Po, ndr) che vediamo in lonta- nanza». In due anni hanno costruito da soli diverse vele da wind-skate: «Le tavole a rotelle sono appena un po’ più lunghe di quelle normali — spiega Sgariboldi —. Pericoli? Quasi nessuno perché come sull’acqua possiamo controllare la velocità: appena vediamo in lontananza trattori o incontriamo un gruppo di ciclisti ci fermiamo. Per montare le vele bastano cinque minuti e un minimo di 10 chilometri orari di vento».
L’invenzione è piaciuta subito anche ai due surfer del gruppo, Gaetano e Nunzio, che in passato hanno gareggiato anche ad alto livello: «È uno sport sicuro e divertente, e un ottimo allenamento anche per l’estate, quando andiamo a “surfare” sul Garda», assicura Orsi. E come tutti gli amanti dello sport all’aperto i quattro hanno anche una missione ecologista: «In zona potrebbe presto arrivare un’azienda di produzione di biogas che porterà sull’argine decine di mezzi pesanti — protesta Sgariboldi —: Valloria deve restare com’è, un posto per famiglie, ciclisti e agricoltori». E surfer di fiume.
Prudenza Come sull’acqua possiamo controllare la velocità che non supera mai i 30 km orari