UNA STRATEGIA VINCENTE PER LA TURBO-LONGEVITÀ
Gentile Schiavi, ho letto con interesse la risposta al signor Giacomoni sugli Stati generali della vecchiaia e una Riforma da aggiornare. Desidero informare i lettori del Corriere che la nostra associazione, insieme all’Assessorato ai Servizi sociali del Comune di Milano, sta studiando il Progetto dell’Organizzazione mondiale della sanità intitolato «Le città amiche degli anziani». È un Progetto molto importante che ha già coinvolto 70 capitali nel mondo e che ha come obiettivo di aiutare le città a prepararsi a nuove tendenze in materia demografica ( invecchiamento rapido della popolazione) e urbanistica (le persone sempre di più si riuniranno nelle grandi città). Nel quadro di questo progetto penso che anche gli Stati generali della vecchiaia saranno molto utili per rendere operativo il progetto. Siamo nella fase preliminare, ma il percorso è tracciato.
Palmiro Boni Amici della casa della Carità
Gentile Boni, quando si profila un’emergenza, è cosa buona e giusta attivare le difese. Emergenza forse non è il termine esatto: la turbo-longevità è una conquista, una buona notizia, la risultante di una sanità che funziona, di farmaci salvavita, di migliorate condizioni igieniche. Ma per i numeri e per la popolazione interessata è opportuno accendere la spia dell’allarme: fra trent’anni, prevede l’Istat, gli anziani saranno un terzo della popolazione e i grandi anziani, con più di 85 anni, saranno il 6,1 della popolazione (oggi sono il 2,7 per cento). La sanità è uno degli anelli fragili legati dell’invecchiamento della popolazione: ai centenari in buona salute (in Italia sono 19 mila) fanno da contrappeso centinaia di migliaia di persone che sopravvivono tra malattie e ricoveri, in un’opaca disperazione, affidati più al pronto soccorso che a una reale presa in carico sul territorio. Nei budget regionali, il 70 per cento della spesa sanitaria viene destinata alle cure delle malattie croniche di cui è portatore il 30 per cento degli assistiti. In Lombardia, dal 2005 al 2013, la spesa per le malattie croniche è aumentata del 36 per cento. I geriatri hanno parlato chiaro: l’attuale sistema sanitario è inadeguato a contrastare sia la rassegnazione al decadimento, sia a creare migliori condizioni per una longevità attiva. Va garantito l’uno e l’altro e da Milano con gli Stati generali della vecchiezza può iniziare davvero un nuovo corso. Il Comune, sul tema degli anziani, ha sicuramente un ruolo centrale, anche se l’assessore alla Sanità oggi è solo della Regione