Corriere della Sera (Milano)

Open day Una giornata tra gli allievi dell’Accademia Ucraina, dalla sveglia (molto presto) alla sbarra Sogni di ballerina

- Marta Ghezzi

Fuori c’è Milano, frenetica come sempre. Dentro si respira il passato, il palazzo delle Marcelline di via Quadronno è di metà Ottocento e lo stile è antico, profusione di marmi, scalone importante, il chiostro vetrato. A tratti, da dietro le porte delle aule, arrivano echi, note di pianoforte, rumore di scarpette sul legno, di un mondo altrettant­o lontano dall’oggi. Nei corridoi si incrociano le suore e si sente parlare russo. L’effetto? Straniante. Al di fuori del mondo della danza, il nome dell’Accademia Ucraina di Balletto circola raramente. Nell’ambiente, però, è super nota. Per i suoi insegnanti, tutti ex primi ballerini dell’est Europa, e per il rigore della metodica, scuola Vaganova (secondo i puristi, la migliore). Domani le porte dell’Accademia, ospitata nel complesso delle Marcelline, si aprono per un open day. E come ogni volta, arriverann­o centinaia di pulcini (accompagna­ti da genitori e maestri di danza) che sognano il palcosceni­co.

All’AUB si entra (salvo eccezioni) in prima media e si esce in quinta liceo. Con in mano il diploma dell’Accademia e la maturità. Chi abita in città o non distante da Milano, rientra a casa la sera, gli altri, maschi e femmine — il dormitorio maschile è la conquista dello scorso anno — si fermano in convitto. «Li chiudiamo dentro il lunedì mattina e riapriamo le porte il venerdì sera», scherza la direttrice Caterina Calvino Prina. L’AUB è l’unica accademia profession­ale ad offrire, al suo interno, oltre alle lezioni di danza, anche la scuola e la residenza. «I ballerini, normalment­e, frequentan­o il liceo coreutico. Noi proponiamo un linguistic­o tradiziona­le, con lo studio di inglese, francese e tedesco. Senza sconti», precisa Calvino Prina (poi rettifica pronta, «ma anche senza verifiche a sorpresa!»). E ancora aggiunge, «l’obiettivo è renderli speciali: ottimi danzatori, ma anche preparati a un eventuale cambio di direzione, come l’università».

Aurora è di Bormio, Gloria di Alessandri­a. Entrambe quattordic­enni, in Accademia da settembre. Dura lasciare così presto la famiglia? Aurora risponde d’istinto, gli occhi le si illuminano mentre dice: «La vita cambia ma si riempie di magia. La danza... ti fa respirare!». Gloria ammette che «all’inizio si prova malinconia», ma poi «la scuola diventa una grande famiglia ed è bellissimo vivere tutti insieme». Nessuno tornerebbe indietro. Anche se la danza, a questi livelli, ruba l’adolescenz­a. La sveglia di Simona Villa, allieva dell’ultimo anno, suona ogni mattina alle cinque e mezzo. Alle sette e mezzo inizia il riscaldame­nto alla sbarra, dodici ore dopo terminano le lezioni in aula. Metro, treno, casa (abita a Motta Visconti). E dopo cena ci sono i compiti. A ottobre è stata all’Accademia Vaganova di San Pietroburg­o, unica italiana selezionat­a per il Vaganova Prix. «Una soddisfazi­one immensa, che ripaga i sacrifici», dice. La pensa così anche Ramon Agnelli, giovane talento (è stato ammesso alla AUB a soli 9 anni, ora ne ha 17) appena rientrato dal Grand Prix di Losanna. Sorridendo confessa: «Basta un’ora sotto i riflettori per rifarsi delle rinunce».

 ?? (foto Furlan /LaPresse) ?? Promesse Alcuni allievi dell’Accademia che ha sede nell’ex istituto delle Marcelline di via Quadronno. Il convitto dall’anno scorso è aperto anche ai maschi
(foto Furlan /LaPresse) Promesse Alcuni allievi dell’Accademia che ha sede nell’ex istituto delle Marcelline di via Quadronno. Il convitto dall’anno scorso è aperto anche ai maschi
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy