Tutti gli «amici» di Paolo VI
A Villa Clerici una mostra indaga l’interesse del pontefice per l’arte contemporanea
Tra ‘800 e ‘900 il legame tra Chiesa e produzione d’arte s’indebolisce e si spezza. Gli artisti cercano nuovi contenuti rispetto al sacro, nuovi linguaggi rispetto al realismo: l’arte si astrae, riflette su se stessa e non più sui suoi soggetti. La Chiesa reagisce chiudendosi alla novità e limitandosi a perpetuare iconografie tradizionali e oleografiche. La svolta con Papa Montini, che invece amava moltissimo la bellezza e l’ispirazione artistica come tramite per ricollegare il disincantato uomo di oggi con il senso del divino. Nel 1964 si rivolge infatti agli artisti con un celebre discorso: «Vi abbiamo imposto come canone primo l’imitazione, vi abbiamo messo una cappa di piombo addosso . A voi, che invece siete creatori, sempre vivaci, zampillanti di mille idee…». Li chiama «custodi di verità» e propone loro una nuova alleanza: «Rifacciamo la pace? Quest’oggi? Qui? Vogliamo ritornare amici?». Prende spunto da qui la mostra «Torniamo amici. Paolo VI e gli artisti», che apre oggi alla Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei di Villa Clerici a cura di Luigi Codemo e Alice Tonetti (fino al 14 aprile, via Terruggia 14, gio. ore 15-20, ven. 15-18, sab.-dom. 10-18, euro 7/5). Tema della rassegna il ruolo aperto e propositivo rivestito dal pontefice bresciano nel ristabilire il colloquio con l’arte d’attualità: in esposizione circa 50 opere in parte inedite, dipinti, sculture, bozzetti e grafiche di Carpi, Messina, Sassu, Bodini, Longaretti, Pellini, Scorzelli, autore quest’ultimo del pastorale in argento di Paolo VI utilizzato anche da Giovanni Paolo II e Francesco. Tra ritratti e soggetti sacri si delinea così il cenacolo di autori vicini al Cardinal Montini, arcivescovo di Milano dal 1954, e alla Gasc di Villa Clerici, fondata l’anno successivo con la sua approvazione e il suo incoraggiamento. Il percorso, integrato da foto e documenti, prosegue raccontando l’azione concreta di Montini, committente nella Milano anni ’60 di più di 100 chiese realizzate nelle periferie. Per l’occasione apre i battenti anche la cappella della splendida villa di delizie dei Clerici, opera dell’architetto barocchetto Francesco Croce.