Corriere della Sera (Milano)

Chiusi in una stanza in fuga dalla realtà

- Livia Grossi

Si isolano dal mondo e si rifugiano nella loro stanza, l’unica relazione è con il web, una realtà virtuale dove tra un gioco di ruolo e un videogame, lanciano le loro urla d’aiuto. Sono gli hikikomori, ragazzi under 25, un fenomeno sociale inquietant­e (un milione di casi in Giappone) che sta prendendo piede anche in Italia, circa centomila i casi probabili. Per riflettere sulla delicata questione il Teatro Officina da sempre sensibile alle tematiche del disagio s’interroga con la sua nuova produzione, «La Stanza di Anna», uno spettacolo di Enzo Biscardi e Irene Quartana, qui unica attrice in scena

(da oggi al 17 febbraio, via S. Elembardo 2, stasera ore 21, domenica ore 16; ing.12 euro, tel. 02.255.32.00). «Per evitare giudizi e generalizz­azioni», affermano gli autori, «abbiamo deciso di fermarci “sulla soglia”, mettendo in scena la vita di Anna, una giovane donna che a un certo punto della sua esistenza ha deciso di chiudersi in casa perché “preferisce così”: fa meno male guardare il mondo dalla finestra, ricevere pacchi dai genitori preoccupat­i “che le manchi qualcosa”, parlare al telefono con una sola amica, l’unica che le è rimasta». Lo spettacolo termina con un finale che ha il sapore della rinascita: «dopo mesi di isolamento Anna sente che il rischio di stare nella realtà vale la pena di essere corso, rimette insieme i pezzi e corre dentro la sua vita».

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Attrice Irene Quartana in scena

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