Corriere della Sera (Milano)

In fila dalla Svizzera per il cioccolato di Luino

Luino, da oltreconfi­ne i clienti fanno la fila per acquistare i suoi prodotti: mi conoscono grazie ai social

- Di Andrea Camurani

VARESE A Dario Fo, che visse i primi anni della sua esistenza a Luino, venne fatto credere da bambino che le case in Svizzera avevano i tetti di cioccolato: ne parla in un libro del 2002 ambientato sul Lago Maggiore. «A spararmi ‘ sta frottola è stato per primo il radioteleg­rafista della stazione. Mi aveva offerto un quadretto di cioccolato e aveva aggiunto: “Come è ingiusta la vita! Noi qui a spiluccare miseri pezzettini e loro, di là, “sti svizzeri del cavolo ce ne hanno da buttare, perfino sui tetti!”».

Vendere cioccolato agli elvetici, da queste parti — ultimo lembo a nord della provincia di Varese — è un po’ come piazzare il ghiaccio agli eschimesi.

Ma una ragazza di 32 anni ci è riuscita. E ha coronato il suo sogno: aprire una «Cioccobott­ega» proprio al confine col Canton Ticino, dove la Svizzera si vede appena fuori dalla finestra e si palesa con la cima innevata del monte Lema. I clienti, da Lugano, arrivano a comprare il cioccolato proprio qui. Questione di costi. Ma anche di gusti. «E non solo», spiega Rita Buffa con un sorriso dietro a un bancone mentre è alle prese con un grande numero cinque fatto «al latte»: servirà a guarnire una torta con lo stampo di Minnie, una delle tante figure che i bambini oramai scelgono su internet per i dolci del compleanno. «I clienti arrivano dalla Svizzera perché sono incuriosit­i dalle foto che posto su Instagram e su Facebook. Ho realizzato un pinocchio interament­e di cioccolato, diversi animali colorati e tutti da mangiare. E poi c’è il tagliere».

Sembra infatti che tra i clienti d’oltreconfi­ne vada di moda un tagliere con salame, prosciutto, pane e addirittur­a il coltello fatti interament­e di cioccolato: «Quando lo vedono, lo comprano subito». E poi ci sono gli italiani emigrati in Svizzera per lavorare e viverci, che mandano ai parenti rimasti a casa un regalo al latte o fondente, magari con ordini particolar­i come uova di Pasqua con sorprese «di peso», dai cellulari agli orologi. Beninteso: Varese ha una lunga tradizione cioccolati­era a livello industrial­e, ma questo è il piccolo sogno di un’artigiana che arriva da Trento e per amore si è trasferita nel Varesotto, dopo una lunga esperienza in Belgio e in giro per l’Italia.

Cosa si è portata appresso in questa avventura? «La farina della mia Val di Non, per il pan di Spagna. Ma il miele è lombardo, viene dalle montagne qui vicino, in Valle Veddasca, proprio quelle che si affacciano sulla Svizzera».

 ??  ?? Artigiana Rita Buffa, 32 anni, nella sua «Cioccobott­ega»
Artigiana Rita Buffa, 32 anni, nella sua «Cioccobott­ega»
 ??  ?? Pasticceri­a Rita Buffa, 32 anni, nella sua «Cioccobott­ega»
Pasticceri­a Rita Buffa, 32 anni, nella sua «Cioccobott­ega»

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