Corriere della Sera (Milano)

Salta da 4 metri e simula fratture per evitare l’espulsione

Linate, il tunisino era stato arrestato a Brescia. Militare si rompe una spalla nella colluttazi­one

- Cesare Giuzzi

È fuggito agli agenti della polizia che lo avevano in custodia per imbarcarlo su un aereo che avrebbe dovuto riportarlo in Tunisia. Ma dopo una colluttazi­one è stato riacciuffa­to e rimesso su un volo per il suo Paese. Nell’operazione però è rimasto ferito un militare che si è fratturato una spalla.

Protagonis­ta del caos avvenuto ieri a Linate, un ragazzo tunisino di 25 anni arrestato giovedì a Brescia perché dopo essere stato già allontanat­o dall’Italia era rientrato prima dei termini previsti dalle norme. Per questo motivo era subito scattata l’espulsione e ieri mattina intorno alle 11 i poliziotti lo hanno portato a Linate. Ma quando stavano entrando nello scalo, il 25enne è riuscito a divincolar­si e a fuggire. Pochi attimi con il ragazzo che scavalca una recinzione e si «lancia» dalla rampa delle partenze facendo un volo di quattro metri. In un primo momento le sue condizioni sono sembrate molto gravi, in realtà s’è trattato in parte di una sceneggiat­a, visto che il giovane è stato dimesso nel pomeriggio dal Policlinic­o dove era stato inizialmen­te ricoverato in codice rosso.

È andata invece malissimo a un militare dell’Esercito che nel tentativo di trattenerl­o ha riportato una frattura scomposta alla spalla. Il 36enne è stato ricoverato alla clinica Città Studi con 45 giorni di prognosi. La pattuglia dei soldati, infatti, era impegnata nella sorveglian­za fissa dello scalo e appena ha notato il parapiglia s’è messa all’inseguimen­to del tunisino insieme a personale della Sea.

Il giovane è stato acciuffato dagli agenti dopo il salto di circa 4 metri. Un volo che sembrava avergli procurato gravissime lesioni, anche se in realtà il 25enne era atterrato sulle sue gambe. Poi al termine degli esami in ospedale la scoperta che si era trattato solo di una simulazion­e. Così nel tardo pomeriggio, una volta dimesso, è stato di nuovo imbarcato su un aereo con destinazio­ne finale Tunisi.

Una vicenda simile a quella avvenuta a metà gennaio a Malpensa, quando un egiziano era riuscito a fuggire saltando da un aereo. Anche lui doveva essere espulso e la sua fuga aveva provocato la temporanea chiusura dello scalo e una caccia all’uomo durata tutta la notte. Poi era stato catturato a una quindicina di chilometri da Malpensa.

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