DAI CESTINI AI PIEDI SUI SEDILI LEZIONI WEB ANTI-MALEDUCATI
Gentile Schiavi, sempre più spesso si vedono cestini della spazzatura con intorno sacchetti buttati da incivili che non vogliono fare la raccolta differenziata. Su treni e autobus moltissime persone mettono i piedi sul sedile davanti a loro. Ormai un automobilista su tre usa il cellulare guidando. Detto questo, la Rai, che si autoproclama «servizio pubblico» perché non fa degli spot educativi contro questi atteggiamenti incivili e pericolosi? È così difficile, così costoso? Perché ogni presentatore/ presentatrice, che guadagna cifre inimmaginabili per le persone normali, non dedica un minuto prima della sua trasmissione per consigliare comportamenti rispettosi degli altri? Per me è un mistero che la tv e il web, ormai veicoli principe della comunicazione, non inseriscano oltre alla pubblicità qualcosa per educare.
Gentile Spinelli, il fatto che non ci metta, noi della carta, tra i «veicoli principe», depone male: il Corriere dedica ogni martedì un inserto alle buone notizie, che poi sono buone pratiche, esempi di civismo e di altruismo per essere buoni cittadini. È una goccia nel mare di tanta maleducazione e cattiveria, ma è un modo per dire «noi ci siamo e ci crediamo». Comunque sia è perdonato. Ma quei comportamenti che lei giustamente reclama, non si ottengono per caso e nemmeno per spot: si imparano, in famiglia, a scuola, al lavoro. Fanno parte di una cultura che si chiama civismo: vuol dire rispetto per qualcosa che non è mio, ma è di tutti. Un bene comune. Noi siamo circondati da cattivi esempi, purtroppo: abbiamo calpestato di tutto, altro che cestini e piedi su sedili. Una sovranità arrogante, come ha scritto Sergio Zavoli, ci ha spinto a considerarci i giustizieri dell’esistenza: abbattiamo alberi, inquiniamo il cielo, avveleniamo la terra. Più che civili, siamo incivili. Il servizio pubblico televisivo, proprio perché si chiama così, potrebbe intestarsi una campagna di educazione civica: sarebbe meritevole. In fondo «Non è mai troppo tardi» con l’alfabetizzazione ha svolto una funzione analoga. Ma oggi si ragiona con il verdetto dell’Auditel: una campagna del genere farebbe buoni ascolti? Fai quel che devi, accada quel che può, dice il saggio. Noi condividiamo il suo suggerimento: non basta lavarsi la coscienza con un po’ di Pubblicità progresso. Bisogna alzare l’asticella e contrastare quella malattia virale che si chiama indifferenza.