Corriere della Sera (Milano)

Poetessa e rapper i due volti di Noname

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Bronzevill­e, il quartiere storico di Chicago noto per essere uno dei luoghi a più alta concentraz­ione di cultura black della città e dell’intera America, è un incubatore per il talento di molti artisti hip hop. Qui è nata e cresciuta Fatimah Nyeema Warner, alias Noname, stasera al Santeria (viale Toscana 31, ore 21, 17,25), una poetessa trasformat­asi in rapper quasi per caso, dopo aver partecipat­o a competizio­ni di freestyle nel suo distretto. Le sue notevoli capacità vocali, il suo flow debitore nei confronti della spoken word poetry la portano a pubblicare nel 2016 «Telefone», mixtape con cui inizia a far parlare di sé e grazie al quale finanzia nel 2018 il suo album di debutto «Room 25», titolo ispirato dalla stanza di albergo che l’ha ospitata durante il suo trasferime­nto a Los Angeles. La 27enne rapper «senza nome», influenzat­a da Kanye West, Lauren Hill e Missy Elliott e, nello stile di scrittura, da Toni Morrison e Patricia Smith, con il suo flow diretto, più che raccontare una storia, sembra voler conversare con il suo ascoltator­e, con tono intimo e confidenzi­ale. L’impianto sonoro, jazzy e nu soul, è condito da testi che parlano di razzismo, identità sessuale e politica. In brani come «Blaxploita­tion» si ispira alle colonne sonore funk dei film americani anni 70 tutto sesso e violenza dedicati al pubblico afroameric­ano. (P. Ca.)

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Talento Noname dal vivo

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