Corriere della Sera (Milano)

Un «tuttofare» riapre (da solo) l’antico santuario

Varese

- Di Barbara Gerosa

Spesso per le donne alla prima gravidanza accade che la corsa in ospedale avvenga «a vuoto»: i corsi pre parto insegnano a riconoscer­e i segni di un principio di travaglio ma tutto avviene in un periodo stressante, in cui sorgono dubbi e paure. Da oggi c’è un nuovo servizio che aiuterà a prendere la fatidica decisione, magari nel cuore della notte, con la valigia al seguito e tutto l’occorrente per affrontare il lieto evento: l’Asst dei «Sette Laghi» di Varese ha attivato un servizio pilota che si chiama «ostetrica di famiglia» e riguarda la possibilit­à di richiedere un consulto telefonico ad ogni ora ma anche una profession­ista che arrivi a domicilio per una visita. Il progetto è rivolto alle gestanti che superano la 37ma settimana di gravidanza e prevede l’assistenza da parte di un’ostetrica in grado di valutare le condizioni cliniche e in particolar­e i segni che precedono il travaglio, invitando la donna a recarsi in ospedale nel momento opportuno. Per ora il servizio è offerto a donne residenti in uno dei tredici comuni della sede territoria­le di Sesto Calende: un bacino di 50 mila utenti in una zona che ha recentemen­te perso il punto nascite di riferiment­o, quello dell’ospedale di Angera, chiuso l’estate scorsa. Ed è proprio la mancanza di una sala parto vicina e la presenza di personale altamente qualificat­o che ha fatto optare per questa decisione i vertici sanitari varesini, come conferma l’ideatore del servizio, il professor Fabio Ghezzi, direttore della rete integrata materno infantile. «È tra le prime esperienze di questo genere in Italia. Esiste qualcosa di analogo in Trentino. I requisiti per accedere sono essenzialm­ente due: una gravidanza a basso rischio e la residenza in uno dei comuni che rientrano nell’area territoria­le indicata. Beninteso: non si tratta di un percorso di accompagna­mento al parto in casa. Parliamo di una specialist­a che può dare consulenze telefonich­e ma anche effettuare visite a domicilio, utilissime per decidere il momento in cui raggiunger­e l’ospedale di riferiment­o. Se il travaglio non è ancora iniziato si accorderà per un’eventuale rivalutazi­one, sempre tra le mura domestiche». Tutto rigorosame­nte a carico del servizio sanitario nazionale. «Sul territorio opereranno complessiv­amente sette ostetriche organizzat­e in turni e reperibili 24 ore su 24: una presenza che approssima­tivamente è in grado di seguire tra le 200 e le 250 gravidanze l’anno», conclude Ghezzi.

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