Rispunta Domenicali e diventa un caso
Rientra nella short list per la scelta dell’ad. Il ministro si arrabbia: un blitz del Coni
La pace olimpica è durata meno di 48 ore. A riaccendere le polemiche tra Coni e Governo è stata la notizia che oltre al terzetto di potenziali amministratori delegati dei Giochi invernali del 2026 ce n’è — e forse c’è sempre stato — un quarto pretendente: Stefano Domenicali, 54 anni, già direttore sportivo della Ferrari ora presidente e ad di Lamborghini. «Nell’ultima riunione a Verona, l’iniziale lista di sei candidati è stata poi ridotta a tre — scrive il ministro Spadafora — Né nella prima, né nella seconda lista, era presente il nome del dottor Stefano Domenicali il quale, è stato riferito in riunione, non era nella condizione di garantire la propria disponibilità».
Un’unica, grande area verde di oltre 300 mila quadrati e niente grattacieli in Piazza d’Armi. Marcia indietro sulle grandi strutture di vendita sul modello Rinascente: non si potranno più realizzare in centro e nei quartieri storici. Nuovi ritocchi al piano di governo del territorio che si sta discutendo in questi giorni in seconda lettura. Il Consiglio comunale ha dato l’ok ad allargare — nuovamente — la quota green in Piazza d’Armi, nella periferia occidentale di Milano. Già le osservazioni dei cittadini a fine agosto avevano portato a un notevole ampliamento, con il passaggio da 50 a 70 per cento di superficie destinata a parco. La richiesta era arrivata da Invimit, la società partecipata al cento per cento dal Ministero dell’Economia e proprietaria dell’area. Ieri, con l’emendamento dei consiglieri pd Carlo Monguzzi e Bruno Ceccarelli e da Natascia Tosoni (Milano progressista), si è arrivati al 75 per cento, corrispondente a 318 mila metri quadrati (quasi come Parco Sempione) sul totale di 424 mila di Piazza d’Armi.
«Un risultato francamente eccezionale — è il commento dell’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran —. In questo quadro si hanno le risorse economiche per garantire che il parco venga realizzato. Sarà la porta di accesso al sistema dei parchi dell’Ovest: Cave, Bosco in Città, Trenno». Maran ha anche ricordato la volontà della Guardia di Finanza di spostare qui i suoi uffici e parlato del vincolo sull’area posto a maggio dall’ex ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, ora in via di allentamento con il nuovo governo. L’ipotesi è che si risolva «con limiti di altezza Il Piano di governo del territorio è uno strumento urbanistico introdotto dalla Regione nel 2005 in sostituzione del Piano regolatore generale come strumento di pianificazione urbanistica e ha lo scopo di definire l’assetto dell’intero territorio comunale. Il Consiglio comunale in questi giorni ne sta discutendo i dettagli degli edifici adibiti, in precedenza, a magazzini e ora inutilizzati». Dall’assessore arriva anche l’impegno a tenere nettamente separati parco e costruzioni e a «spavimentare» 20 mila metri quadrati nelle zone adiacenti a Piazza d’Armi, da individuare insieme ai cittadini. La superficie, il doppio dei Giardini della Guastalla, andrà così a incrementare il polmone verde del quartiere. Una strategia che punta ad eliminare le «isole di calore»
Mila in città, ovvero le aree in cui si crea un microclima più caldo. Passo indietro poi sulla realizzazione di grandi strutture di vendita (superiori a 2.500 metri quadrati): non si potranno realizzare in centro e nei cosiddetti Nuclei di antica formazione, come Quarto Oggiaro e Baggio. La decisione dell’Aula va in senso contrario rispetto all’osservazione degli operatori commerciali che la giunta aveva accolto qualche settimana fa. A proporre gli emendamenti, Tosoni e il capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale. Lo stop riguarderà anche Ronchetto e Porto di Mare.
Tra le proposte ancora sul tavolo, Alessandro Giungi (Pd) suggerisce in un odg di riservare il cavalcavia SerraMonteceneri solo a bus, bici e pedoni e di trasformarlo in una «High line». L’aula discuterà oggi o domani di un altro passaggio «caldo» del pgt: il futuro di piazzale Baiamonti. Qui il Comune vorrebbe che sorgesse la Piramide bis, sorella minore della sede di Fondazione Feltrinelli firmata Herzog & de Meuron. I residenti invece optano per un filare di alberi e hanno raccolto firme contro il progetto. Anche agli attivisti di Fridays for future sta a cuore il destino di piazzale Baiamonti: «Il 19 ottobre andremo a riaprire l’area agli abitanti del quartiere» scrivono in un comunicato. Chiedono poi al Consiglio di sospendere l’approvazione del pgt, che ritengono dia troppo spazio al cemento. Per oggi hanno in programma un presidio in piazza Scala.