Corriere della Sera (Milano)

Auto straniere multate Incassi triplicati dal 2011

Tra le cause l’aumento dei turisti e l’incarico a una società ad hoc

- di Pierpaolo Lio

I casi più eclatanti fanno ormai parte del bagaglio di aneddoti tramandato da vigile in vigile. Come quell’Alfa Romeo 159 targata Bucarest che qualche anno fa riuscì a raccoglier­e 490 infrazioni, l’ultima in un parcheggio taxi di corso Buenos Aires. E la profession­ista milanese fermata su un’Audi A3 immatricol­ata in Svizzera con una collezione di 287 verbali non pagati. Aveva un discreto record anche quel Suv con targa monegasca lasciato per giorni sulle strisce gialle in piazzale Bacone che aveva accumulato oltre cento multe d’ogni tipo. Per i Comuni italiani è un incubo: decine di migliaia di sanzioni che ogni anno finiscono di fatto nel cestino. Troppo difficile individuar­e l’automobili­sta residente oltreconfi­ne, quasi impossibil­e riuscire a scucirgli il dovuto. Da tempo Palazzo Marino s’è affidato a una società esterna per provare a scovare i «furbetti» della targa straniera, che sfruttano le falle burocratic­he per sfrecciare come in un Gp di Formula Uno, bruciare un rosso dietro l’altro, «sfondare» a piacimento la barriera di varchi elettronic­i delle Ztl e sfoggiare parcheggi creativi. Anno dopo anno, le cifre sono in migliorame­nto: dai neanche due milioni di euro incassati nel 2011 ai cinque milioni e mezzo dell’anno scorso. E quest’anno s’annuncia ancora più ricco, se dovesse essere confermato il trend dei primi tre mesi del 2019. I numeri fotografan­o gli sforzi della Nivi, la società di «segugi» che negli ultimi anni è stata incaricata della caccia agli indiscipli­nati con targa straniera, ma anche la crescita di Milano come polo turistico.

Nel triennio post Expo, tra il 2016 e il 2018, il numero di sanzioni notificate è stato in costante crescita: da 85.742 sono prima salite a 113.622 l’anno successivo, e ancora su fino a quota 116.654 nel corso del 2018. Aumentano le multe, ma il segno più è ancora più corposo davanti alla voce verbali saldati (senza però intaccare significat­ivamente la media che vede mettersi in regola solo un trasgresso­re ogni due), e soprattutt­o alla somma finita nel bilancio comunale. Tre anni fa i pagamenti erano 39.823, per un incasso di 3.437.942 euro. Sono diventati 48.245, per un valore di 4.055.957 euro nel 2017. E 54.589, per 5.419.761 euro l’anno scorso.

I primi tre mesi del 2019 vanno ancora meglio. Palazzo Marino ha infatti già ottenuto 1.168.371 euro, contro gli 838.714 euro dello stesso periodo dell’anno precedente. Numeri che hanno stupito gli stessi uffici comunali, che sono

Fuorilegge dall’estero Rispetto ai verbali staccati, si mette in regola soltanto la metà dei trasgresso­ri

dovuti correre ai ripari. L’«imprevedib­ile incremento dei pagamenti rispetto al 2018» — è scritto in una determinaz­ione dirigenzia­le dell’altro giorno—ha costretto l’ amministra­zione a stanziare 500 mila euro extra per pagare l’«aggio» alla società, che trattiene una commission­e del 18,5 per cento su ogni importo recuperato per il bilancio del Comune, per «garantire la continuità del servizio», in attesa della nuova gara pubblica per l’affidament­o del lavoro a partire dal 1° gennaio 2020.

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