«Malpensa, quello dei bus non è servizio pubblico»
Gli autobus che collegano Malpensa a Milano non svolgono un servizio pubblico. È una questione commerciale, le aziende possono regolarsi come credono. È questa, in sintesi, la risposta che l’assessorato regionale ai Trasporti ha fornito al consigliere del Movimento cinque stelle Massimo De Rosa a proposito di alcuni disservizi nelle ore notturne segnalati sul finire dell’estate scorsa. Il cuore del problema è la fascia oraria a ridosso degli ultimi atterraggi: nelle settimane del rientro dalle vacanze si sono verificati più volte assalti al bus dell’una, subito troppo pieno, con il rischio di dover attendere un’ora prima di poter tentare un nuovo assalto a quello delle 2, l’ultimo. C’è una compagnia che offre anche corse estive charter alle 2:15 e alle 3:15, ma ciò non è sufficiente a evitare l’imbuto che costringe molti passeggeri in arrivo a spendere almeno 95 euro di taxi. Insomma, i collegamenti tra la città «capitale», «modello» e «olimpica» e il suo scalo aereo non sono sempre all’altezza. A chi spetta migliorarli? L’assessorato risponde pilatescamente: una volta stabiliti «requisiti, condizioni e procedure per l’esercizio dei servizi», è lasciata agli operatori «ogni valutazione in merito». E comunque, nonostante l’aumento di flusso per la chiusura di Linate «non sono pervenute segnalazioni da parte dei cittadini». Il consigliere De Rosa replica: «I servizi non possono essere strutturati solo sulla base degli interessi del privato. A noi le segnalazioni dei cittadini sono arrivate. Con l’aumento del traffico per i lavori a Linate e in vista degli eventi futuri che porteranno a Milano e in Lombardia molti visitatori, auspichiamo quanto meno che l’istituzione regionale porti avanti un’azione di moral suasion nei confronti degli operatori per garantire un servizio all’altezza». E forse varrebbe anche la pena di ricordare all’assessorato che a Malpensa arrivano persone da tutto il globo: non è poi così strano che una volta rientrati in Cina, Spagna o Azerbaigian non si prendano la briga di scrivere una lettera di lamentela alla Regione.