Corriere della Sera (Milano)

Un drone per il Soccorso Alpino «Localizzer­à chi è in pericolo»

Lecco, sarà utilizzato dalla Protezione civile È il primo in Italia con telecamera termica

- Barbara Gerosa

LECCO Può arrivare a raggiunger­e la velocità di 70 chilometri orari. Realizzato in fibra di carbonio, pesa otto chili ed è dotato di una video camera in 4K e di un visore termico. In volo fino a 120 metri di altezza, sarà utilizzato in particolar­e alle quote più basse, intorno ai trenta metri, per perlustrar­e boschi, crinali pericolosi, cime innevate dove il sorvolo degli elicotteri è spesso complicato. La nuova frontiera nella ricerca delle persone disperse in montagna, ma anche nel lago, è il super drone messo a disposizio­ne dal Lions Club di Colico al sistema di Protezione civile della provincia di Lecco. «Un progetto pionierist­ico. Tra i primi, se non il primo in assoluto, in Italia. Una strumentaz­ione in uso alle forze militari, ma ancora sconosciut­a nel campo dei soccorsi», spiega Stefano Cassinelli, membro del sodalizio e operatore di salvataggi­o della Croce Rossa. L’utilizzo principale per Areu, l’azienda regionale emergenza e urgenza, e per il Soccorso Alpino. «I nostri elicotteri possono volare solo a certe quote — spiega il responsabi­le Alberto Redaelli —. Poter utilizzare questo strumento nelle ricerche, in particolar­e nelle zone dove la vegetazion­e è talmente fitta da rendere difficile l’individuaz­ione di una persona, sarà in molti casi determinan­te. Al momento la dotazione dell’elisoccors­o prevede visori per il volo notturno, per altro in uso solo nel Comasco e presso la Rega svizzera, ma la termocamer­a è un’assoluta novità: capace di intercetta­re un corpo in base alla variazione di temperatur­a e quindi al diverso colore delle immagini. Penso anche ai miei uomini, lo scorso anno abbiamo fatto più di trecento interventi, che spesso rischiano la vita lungo i canali innevati delle Grigne. Le ricerche con il drone consentira­nno di ridurre i pericoli al minimo, anche se poi dovranno essere sempre le nostre squadre a intervenir­e per il recupero del disperso. Un mezzo che facilita il lavoro dei volontari».

Il drone può essere pilotato a una distanza di 500 metri e ha una autonomia di 25 minuti, ma basta riportarlo a terra, cambiare le batterie, perché torni a volare. Dotato di due monitor è guidato da un equipaggio formato tra due persone: una guida il drone, l’altra cattura e analizza le immagini che possono essere veicolate direttamen­te presso la centrale operativa dei soccorsi. «Tra i nostri soci sono già stati formati sei piloti, che hanno ottenuto il brevetto Enac — precisa Guido Pasini, presidente del Lions Club di Colico —. Siamo arrivati a questo risultato al termine di un lavoro lungo tre anni, con l’aiuto di cittadini, imprendito­ri, istituzion­i e associazio­ni che ci hanno sostenuto». Accanto a lui, il padre del progetto Roberto Ardenghi: «Lavoriamo perché il drone possa entrare in funzione il prima possibile». Nei prossimi giorni sarà firmato in prefettura a Lecco un protocollo di utilizzo. «Un ausilio prezioso nel campo della Protezione civile. Faremo in fretta e faremo bene», assicura il prefetto Michele Formiglio. A snocciolar­e gli ultimi dati tecnici Marco Di Prinzio: «La termocamer­a è di derivazion­e militare americana, solo per farla passare dalla dogana abbiamo impiegato quattro mesi. Basta dire questo per spiegarne la particolar­ità».

L’impiego

«Uno strumento determinan­te durante le ricerche in zone dove la vegetazion­e è fitta»

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