Un drone per il Soccorso Alpino «Localizzerà chi è in pericolo»
Lecco, sarà utilizzato dalla Protezione civile È il primo in Italia con telecamera termica
LECCO Può arrivare a raggiungere la velocità di 70 chilometri orari. Realizzato in fibra di carbonio, pesa otto chili ed è dotato di una video camera in 4K e di un visore termico. In volo fino a 120 metri di altezza, sarà utilizzato in particolare alle quote più basse, intorno ai trenta metri, per perlustrare boschi, crinali pericolosi, cime innevate dove il sorvolo degli elicotteri è spesso complicato. La nuova frontiera nella ricerca delle persone disperse in montagna, ma anche nel lago, è il super drone messo a disposizione dal Lions Club di Colico al sistema di Protezione civile della provincia di Lecco. «Un progetto pionieristico. Tra i primi, se non il primo in assoluto, in Italia. Una strumentazione in uso alle forze militari, ma ancora sconosciuta nel campo dei soccorsi», spiega Stefano Cassinelli, membro del sodalizio e operatore di salvataggio della Croce Rossa. L’utilizzo principale per Areu, l’azienda regionale emergenza e urgenza, e per il Soccorso Alpino. «I nostri elicotteri possono volare solo a certe quote — spiega il responsabile Alberto Redaelli —. Poter utilizzare questo strumento nelle ricerche, in particolare nelle zone dove la vegetazione è talmente fitta da rendere difficile l’individuazione di una persona, sarà in molti casi determinante. Al momento la dotazione dell’elisoccorso prevede visori per il volo notturno, per altro in uso solo nel Comasco e presso la Rega svizzera, ma la termocamera è un’assoluta novità: capace di intercettare un corpo in base alla variazione di temperatura e quindi al diverso colore delle immagini. Penso anche ai miei uomini, lo scorso anno abbiamo fatto più di trecento interventi, che spesso rischiano la vita lungo i canali innevati delle Grigne. Le ricerche con il drone consentiranno di ridurre i pericoli al minimo, anche se poi dovranno essere sempre le nostre squadre a intervenire per il recupero del disperso. Un mezzo che facilita il lavoro dei volontari».
Il drone può essere pilotato a una distanza di 500 metri e ha una autonomia di 25 minuti, ma basta riportarlo a terra, cambiare le batterie, perché torni a volare. Dotato di due monitor è guidato da un equipaggio formato tra due persone: una guida il drone, l’altra cattura e analizza le immagini che possono essere veicolate direttamente presso la centrale operativa dei soccorsi. «Tra i nostri soci sono già stati formati sei piloti, che hanno ottenuto il brevetto Enac — precisa Guido Pasini, presidente del Lions Club di Colico —. Siamo arrivati a questo risultato al termine di un lavoro lungo tre anni, con l’aiuto di cittadini, imprenditori, istituzioni e associazioni che ci hanno sostenuto». Accanto a lui, il padre del progetto Roberto Ardenghi: «Lavoriamo perché il drone possa entrare in funzione il prima possibile». Nei prossimi giorni sarà firmato in prefettura a Lecco un protocollo di utilizzo. «Un ausilio prezioso nel campo della Protezione civile. Faremo in fretta e faremo bene», assicura il prefetto Michele Formiglio. A snocciolare gli ultimi dati tecnici Marco Di Prinzio: «La termocamera è di derivazione militare americana, solo per farla passare dalla dogana abbiamo impiegato quattro mesi. Basta dire questo per spiegarne la particolarità».
L’impiego
«Uno strumento determinante durante le ricerche in zone dove la vegetazione è fitta»