Corriere della Sera (Milano)

MONTELLO E MASCHERONI UN FUTURO PER LE EX CASERME

- Franco Oliva Angelo Ferrari

Gentile Schiavi, abito di fronte alla caserma Montello, vicino a piazza Firenze, luogo che lei conosce per aver dato voce alle associazio­ni di zona su un progetto sportivo e solidale. La struttura, dopo aver ospitato i migranti, è chiusa dal dicembre 2017 per essere consegnata al ministero dell’Interno per farne la sede della polizia. Ma qui sembra di vedere la Fortezza Bastiani cara a Buzzati: non ci sono tracce di lavori in corso né si vedono cartelli di cantiere che annunciano progetti e direzione lavori.

Sembra che ben tre assessori comunali abbiano timidament­e tentato di farla aprire al quartiere in attesa dei lavori di ristruttur­azione, ma i risultati sono sotto gli occhi: niente. Come aveva anche lei sottolinea­to, è un peccato tenere chiuso un bene comune così vasto: ricordiamo che ha al suo interno anche un campo da calcio regolament­are, l’unico di una zona carente di strutture sportive, tanto da costringer­e le associazio­ni sportive locali a trasferte nella periferia Nord per affittare campi e strutture, con aggravi sui bilanci e sulle quote sociali. Il nuovo ministro dell’interno è l’ex prefetto di Milano, Luciana Lamorgese: ben conosce la struttura per aver gestito l’ospitalità dei migranti nella caserma e soprattutt­o per aver permesso l’apertura della struttura per iniziative culturali e di solidariet­à fra il quartiere e gli ospiti. Perché non lanciare un appello affinché il ministro possa autorizzar­e una convenzion­e con il Comune per un utilizzo sociale, ricreativo e sportivo della caserma nelle more del bando per i lavori di ristruttur­azione della sede della polizia?

Alla caserma Mascheroni è tutto fermo dopo l’annuncio che qui sarebbe arrivata l’Accademia di Brera. Non si capisce come mai un accordo stipulato con il Comune venga stracciato senza sapere che cosa accadrà, a parte la sensazione che si siano buttati via soldi.

Caro Oliva, caro Ferrari, grazie per aver segnalato queste dimentican­ze. Ogni tanto Milano perde la memoria: certi luoghi non vanno lasciati alla polvere e ai topi. Per la caserma Montello mi associo all’appello al ministro Lamorgese: se i ritardi continuano, perché non affidarla temporanea­mente alle associazio­ni sportive? Per via Mascheroni so soltanto che un paio di milioni sono stati gettati al vento. L’Accademia di Brera, sulla carta, è diretta verso lo Scalo Farini. Ma anche qui il trasloco è lento. Si farà davvero?

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