Presa la gang della rapina milionaria
Presa banda di trasfertisti campani: rapinarono 1 milione alla Bps di Quarto Oggiaro
Provengono da quella «scuola» criminale di Giugliano, in Campania, specializzata negli assalti ai caveau. Rapinatori organizzati, attenti, metodici. Perfezionisti che studiano per settimane i loro obiettivi per i loro colpi milionari. Come quello messo a segno il 2 maggio di un anno fa alla agenzia della Banca popolare di Sondrio di via Lessona, a Quarto Oggiaro. Una rapina da oltre un milione di euro. I poliziotti della Mobile sono risaliti ai cinque rapinatori con un lavoro sulle celle telefoniche che ha permesso di individuare i componenti della banda e arrestarli.
«Vedi quanto è grossa?» «È come quella che abbiamo fatto, è tale e quale, non la vedi?»
«Sì, ma io la vedo più grossa... se ci stanno sei o sette impiegati è ancora meglio. Antò, è grossa. Questa banca è buona...».
Nella galassia del crimine esistono due scuole, o meglio università, della rapina. Quella foggiana, in particolare di Cerignola, con i più grandi esperti di assalti a portavalori. E quella di Giugliano in Campania, con i maghi degli assalti ai caveau e dei colpi entrando in banca passando dai tunnel della rete fognaria. Rapinatori organizzati, attenti, metodici. Perfezionisti che studiano per settimane i loro obiettivi («il servizio»), che conoscono sistemi d’allarme e sono abilissimi a sfruttare le falle e a trasformarle in colpi milionari.
Come quello messo a segno il 2 maggio 2018 alla agenzia della Banca popolare di Sondrio di via Lessona all’angolo con via De Roberto, a Quarto Oggiaro. Una rapina da oltre un milione di euro di bottino con i quattro malviventi (uno era fuori a fare il palo) che riescono a farsi aprire il caveau e a forzare 50 cassette di sicurezza. Lo raccontano loro stessi intercettati dai poliziotti dell’Antirapine della squadra Mobile, guidati da Francesco Giustolisi: «Lì escono i lingotti d’oro. I pacchi di 500 euro, come sono belli. Una volta è uscito un blocco così da un milione, Pasquale svenne come lo vide. Pensa l’altra volta ne abbiamo aperte cinquanta, su cinquanta quindici erano vuote...». In effetti, come accertato dalle indagini coordinate dall’aggiunto Laura Pedio e dal pm Maria Cristina Ria, quel giorno solo 35 cassette erano effettivamente piene. Il bottino è stato comunque consistente.
Non come era accaduto due mesi prima, il 27 marzo, all’agenzia Bpm di piazzale Accursio quando la banda aveva «sequestrato» una decina di dipendenti in un ufficio ma non era riuscita ad entrare nel caveau limitandosi a un bottino sui 35 mila euro. Un «cappotto» che non era andato giù al gruppo di «trasfertisti» di Giugliano che infatti avevano subito iniziato a progettare (oltre a quello di Quarto Oggiaro) altri assalti. I poliziotti della Mobile, diretti da Lorenzo Bucossi prima e da Marco Calì poi, sono risaliti al gruppo con un lavoro certosino grazie alle celle telefoniche. I banditi, infatti, utilizzavano cellulari come walkie talkie, ossia che parlavano solo tra loro. Tuttavia ogni telefonino lascia una traccia telematica nella cella agganciata e in questo modo gli investigatori sono riusciti ad isolare alcune utenze che combaciavano con i due colpi e intestate — errore fatale per la banda — a persone residenti a Giugliano. A quel punto il primo ad essere identificato è stato Pasquale Palma, 51 anni. Poi è toccato a Vincenzo Legorano, 53 anni e a Giuseppe Maisto, di 43. Maisto era già stato arrestato nel 2013 dai carabinieri dopo un assalto alla Mps di Cesano Boscone. Altri due indagati sono ancora ricercati.
La banda era specializzata nei colpi con passaggio attraverso le fognature. Progettavano di fare un buco in un edificio in viale Faenza adiacente a una filiale. Avevano un furgone attrezzato con una botola per passare attraverso le fognature simulando lavori: «Quando sei a 4-5 metri sotto terra, ma chi ti deve sentire?».
Il blitz programmato
I criminali stavano organizzando la prossima azione alla banca di viale Faenza