San Siro, pm dispone perizia sulle balaustre
Sopralluogo sugli spalti
I parapetti sono bassi, ma è difficile trovare una soluzione che garantisca sicurezza senza ostacolare la visuale del tifoso che paga il biglietto. Il magistrato Tiziana Siciliano, accompagnata dalla collega Maura Ripamonti, hanno effettuato ieri un’ispezione all’interno dello stadio Meazza. Una visita conoscitiva che porterà ad ulteriori perizie tecniche sugli spalti per capire se è garantita l’effettiva sicurezza dei parapetti dello stadio. Le indagini riguardano l’incidente del 1° ottobre, quando un tifoso dell’Atalanta, prima dell’incontro di Champions League con lo Shakhtar, è caduto nel fossato del primo anello.
Era finita nel modo migliore possibile per uno che vola nel vuoto da quattro metri: corsa all’ospedale San Carlo, codice giallo, qualche trauma. Ma quello che è successo il 1° ottobre a uno dei 24 mila tifosi dell’Atalanta sbarcati a San Siro per lo storico debutto in Champions League contro lo Shakhtar, non è il primo caso di tifoso che cade nel fossato di San Siro. Per questo ieri mattina, il magistrato Tiziana Siciliano, accompagnata dalla collega Maura Ripamonti, hanno effettuato un’ispezione all’interno dello stadio Meazza. Una visita conoscitiva, durata però quasi tre ore. Perché c’era intanto da capire se le misure di sicurezza garantiscono ancora anche dalla temerarietà. Tradotto, se il tifoso di 33 anni, che sicuramente ha accettato il rischio pur di scavalcare e raggiungere un altro settore, avrebbe comunque dovuto evitare di cadere. Poteva tranquillamente salire una trentina di gradini più su e non correre nessun rischio. Allo stadio, la gente fa cose inutilmente pericolose, motivo per cui le formule di prevenzione e precauzione devono essere maggiori.
Quello del 1 ottobre è il terzo caso. In passato era finita pure peggio. In particolare il 29 novembre del 2009, con un tifoso volato per 12 metri dal secondo anello addosso ad un altro seduto al primo anello. Il tema delle indagini dei pm è quello dell’altezza dei parapetti. Tema complesso, perché se da un lato si deve garantire la sicurezza, dall’altro non si può nemmeno oscurare la partita a tifosi che hanno pagato (e tanto, nel caso del primo anello di San Siro) il biglietto. Dai primi rilievi, è emerso che questi parapetti sono bassi e pure a maglia abbastanza larga da non garantire la sicurezza dei bambini. Ma difficile alzarli di molto o sostituirli con pareti in vetro, perché verrebbero probabilmente subito scarabocchiate. Cinque sbarre di ferro orizzontali, l’ultima inclinata verso l’interno, sono sempre state considerate conformi alle norme in vigore prima nel 1955, poi adeguate alle normative di sicurezza del 1992 e del 2006.
La visita dei magistrati è andata oltre il controllo del primo anello. Hanno verificato tutte le balaustre e le ringhiere. Un sopralluogo conoscitivo, che per ora non ha implicazioni per le due società. I magistrati per ora hanno voluto capire e presto potrebbero chiedere ulteriori perizie tecniche più approfondite, prima di fare valutazioni definitive. Certo non un grande momento di salute per uno stadio che le società vorrebbero in briciole per costruirne uno nuovo di pacca. Dopo le polemiche legate alle vibrazioni del terzo anello, con la conseguente chiusura preventiva di alcuni settori (i magistrati ieri hanno fatto ulteriori controlli senza cogliere aspetti nuovi), ora la grana dei parapetti. Un altro cerotto, in attesa che si faccia chiarezza.
La serie nera
Il caso dello spettatore bergamasco, scivolato mentre scavalcava, è solo l’ultimo episodio