Porta Volta, vince la «Piramide bis»
Ok dal Consiglio comunale. Sconfitti gli ambientalisti che volevano il filare di alberi
Il progetto dell’archistar ha sconfitto il giardino col filare di alberi. In piazzale Baiamonti arriverà la piramide-bis, l’edificio che ricalcherà in piccolo l’adiacente sede della Feltrinelli (e di Microsoft) firmata da Herzog&de Meuron. La raccolta di firme (più di 1.200) nel quartiere, il bombardamento di mail ai consiglieri e il presidio non sono serviti a nulla. L’aula di Palazzo Marino ha infatti bocciato l’emendamento del pd Carlo Monguzzi, anima ambientalista del partito. Per pochissimi voti è passato il sì alla seconda griglia di vetro e cemento. Divisa la maggioranza, più compatta l’opposizione, schierata contro il parere della giunta di proseguire con il progetto.
La raccolta di firme (più di 1.200) nel quartiere, il bombardamento di mail ai consiglieri alla viglia e il presidio (a dire il vero non esattamente un’adunata oceanica) in concomitanza con la discussione in aula non sono serviti a nulla: in piazzale Baiamonti arriverà, come da piani, la Piramide-bis, l’edificio che ricalcherà in piccolo l’adiacente sede della Feltrinelli (e di Microsoft) firmata da Herzog&de Meuron. Il progetto delle archistar che sconfigge il giardino col filare di alberi, potrebbe essere la sintesi di giornata. Una vittoria risicatissima, però: il sì alla seconda griglia di vetro e cemento, che sormonterà uno dei due caselli di piazzale Baiamonti, è arrivato dal Consiglio comunale con pochi voti di vantaggio rispetto all’opzione alternativa «green». L’aula ha infatti bocciato (19 a 12) l’emendamento del consigliere «dem» Carlo Monguzzi, anima ambientalista del Pd, che chiedeva di concedere un parere positivo alle osservazioni presentate dai cittadini al Piano di governo del territorio e di vincolare quindi l’area, dove dovrebbe sorgere la piramide, a verde. Amareggiato Carlo Monguzzi: «È un peccato perché bisogna capire che siamo in emergenza climatica e quindi l’imperativo dovrebbe essere più alberi e meno cemento. E poi si poteva scrivere una piccola pagina di storia di un Consiglio comunale che spezza in due una piramide di cemento e mette alberi al posto della seconda metà».
«Il progetto di Herzog prevedeva due porte — ha spiegato invece in aula l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran — e una è già stata realizzata. Si tratta di uno dei progetti più interessanti di riqualificazione fatti in Europa negli ultimi dieci anni e sarebbe un peccato non andarlo a completare». Dopo due bandi di gara andati deserti, il disegno del palazzo (e del parco lineare circostante) era peraltro già stato rivisitato per dare «alloggio» alle mura spagnole e per inglobare una parte degli antichi Bastioni «spuntati» dal cantiere del piazzale. Oltre a Monguzzi, primo firmatario dell’emendamento, nella maggioranza soltanto Milly Moratti ha votato contro la realizzazione della mini-piramide, mentre si è astenuto Alessandro Giungi. Più compatta l’opposizione, che si è schierata, salvo isolate eccezioni, contro il parere della giunta di proseguire con il progetto Herzog. «Questa era un’occasione di piantare alberi in città — ha commentato l’esponente del Movimento cinque stelle Patrizia Bedori —. Quando c’è la partecipazione congiunta dei cittadini, dei comitati e dei ragazzi di Fridays for future che probabilmente faranno un intervento in quell’area per dare un segnale significa che è una tematica importante, bisogna semplicemente ascoltarli e non solo in periodo di elezioni. Abbiamo bisogno di verde in città, ogni occasione è persa per sempre». «Il sindaco Beppe Sala, giustamente assente in aula per non sfigurare , e l’assessore Pierfrancesco Maran sono ambientalisti a parole e col giardino degli altri», ha attaccato dai banchi di Forza Italia anche Alessandro De Chirico.
La discussione sulle osservazioni al Pgt sono terminate. Tra le proposte approvate, anche l’introduzione dell’indice Baf (Biotopic Area Factor) che obbliga gli operatori immobiliari a realizzare edifici a impatto zero. «L’ideologia “green” moltiplicherà i tempi di attesa», attacca il capogruppo forzista Fabrizio De Pasquale: «Il nuovo Piano di governo del territorio consente di costruire solo a chi dispone di grandi risorse e grandi aree e può permettersi archistar, serre bioclimatiche, pareti verdi , e costi di ricostruzione per fare case da 10mila euro a metro quadrato. Si discrimina in pratica chi vuole rigenerare in periferia e non vuole realizzare edilizia di lusso».
Novità in vista, infine, per uno dei cavalcavia più vecchi della città. Un ordine del giorno (primo firmatario Alessandro Giungi del Pd), che sarà approvato lunedì, sancirà che il Monteceneri-Serra sarà chiuso alla circolazione veicolare privata. Potranno percorrerlo solo biciclette, pedoni e al limite taxi.