Drink, ravioli e tartare Con lo chef stellato la canapa è gourmet
La sfida (in stile Usa) di quattro giovani imprenditori
Ci sono quelli che aprono le pizzerie o i sushi bar. Ma anche quelli che scommettono sulla canapa nonostante il cielo sopra l’oro verde dalle nostre parti sia ancora nebuloso. Canapé, inaugurato martedì in via Moscova, fa nascere un nuovo genere, quello della canapa gourmet. Con un format che non solo non esisteva in Italia, ma pure a Brighton, in Inghilterra, dove avevano avuto un’idea simile hanno finito per giocare al ribasso. Il posto più simile esiste a Las Vegas ed è in odore di stella. Qui pure i bagni, fatti in fibra di vetro, come il bancone, richiamano la molecola del cbd. Il concept è pensato su due livelli. Sotto, sugli scaffali, tisane, farine, creme antidolorifiche a base di canapa. Ma anche infiorescenze di cannabis light, con un packaging che sembra caviale. Qualcosa sta cambiando eppure resta quella sorta di ambiguità e pregiudizio in mateda ria. Con tanti giovani imprenditori che frenati da alcuni pareri dei tribunali hanno mollato il colpo senza capire se stavano dalla parte giusta della legge. Alessandro Masci e Diego Travaglio sono due figli della Milano da bere. Con Davai e Jungle Tiki avevano già sperimentato nuove idee bancone. Gli altri due soci sono Patrizio Invernizzi, nipote del patron della nota azienda casearia, e Michele Maglia, che dei quattro è certamente quello con il pollice più verde, dato che da tempo vive sui monti coltivando canapa. Loro rilanciano.
Dovevano aprire a giugno, ma hanno preferito prendersi qualche mese in più: «Per andare coi piedi di piombo, non volevamo aprire zoppi. Il fatto di aprire in pieno centro a Milano, a 100 metri da una caserma di carabinieri, dimostra quanto una realtà come questa debba stare alla luce del sole — spiegano i quattro —. Apriremo alle 3 del pomeriggio: uno può entrare fare la spesa, bersi una tisana e mangiare un trancio di torta con la canapa. Oppure arrivare all’aperitivo, bere un hemp mule abbinato a un piatto con lo stesso tema», aggiunge Travaglio. Ci sono infusioni con derivati della canapa per preparare i 19 drink dal retrogusto erbaceo. Uno chef stellato in incognito ha fatto le consulenze. In tavola passano ravioli fatti con farina di canapa e spinaci, pesto alla canapa, maialino con riduzione di birra (ovviamente alla canapa). «Quello che usiamo in cucina e al bar è ricavato dal seme, quindi è sempre stato legale», spiega Masci.
Per Canapè quello delle infiorescenze non è il business principale. «Perché ormai lo fanno tutti. Pensiamo che nel mondo della canapa ci sia ancora tanto altro da scoprire e da raccontare. Un posto come il nostro può avvicinare anche i clienti più restii», aggiunge Masci. E se i vicini di casa in divisa dovessero passare a fare visita? «Ci aspettiamo che vengano e magari ci sequestrino delle infiorescenze per portarle in laboratorio. Non c’è neanche il rischio che si avvicinino allo 0,5 di thc».