Corriere della Sera (Milano)

Traffico di eroina in pancia Fermato con mezzo chilo

Dopo lo spacciator­e morto, preso nigeriano

- di Gianni Santucci

Sabato sera intorno alle 21, in piazza Duca d’Aosta, i carabinier­i della compagnia «Duomo» fermano un uomo per dei controlli. È un nigeriano di 29 anni, con qualche precedente di polizia. Dopo poco di fronte a loro, l’uomo ha iniziato ad avere crampi alla pancia. I carabinier­i hanno chiamato un’ambulanza e l’hanno seguita fino alla clinica «Città Studi». Lì, sono bastati pochi minuti per accertare quello che i carabinier­i già sospettava­no. La lastra all’addome evidenziav­a le sagome sfocate di decine di ovuli. In pancia aveva oltre mezzo chilo d’eroina e più di 100 grammi di cocaina. Era un corriere, un mulo della droga. È stato un controllo casuale per il presidio del territorio che ha rivelato un nuovo filone di traffico della droga.

Nei verbali d’arresto si parla di «malessere». In strada, in piazza Duca d’Aosta, intorno alle 21 di sabato, di fronte ai carabinier­i della compagnia «Duomo», l’uomo ha iniziato ad avere crampi alla pancia. Faceva fatica a stare in piedi. I dolori aumentavan­o. I carabinier­i hanno chiamato un’ambulanza e l’hanno seguita fino alla clinica «Città Studi». In ospedale i medici hanno fatto qualche domanda al paziente, 29 anni, nigeriano, qualche precedente di polizia. Sono bastati pochi minuti per rendersi conto di quel che i carabinier­i già sospettava­no. L’hanno portato nella stanza per le radiografi­e. La lastra all’addome è stata una conferma: al centro di quell’immagine si riconoscev­ano le sagome sfocate di decine di ovuli. Un corriere. Un mulo della droga. In pancia aveva oltre mezzo chilo d’eroina e più di 100 grammi di cocaina.

È stato un controllo casuale, uno dei lavori consueti di presidio del territorio. Ha rivelato un filone di traffico che però, adesso, sarà complicato seguire: perché i muli, pagati poche centinaia di euro a trasporto, vengono istruiti sulla regola prima del loro ingaggio. Non parlare. Non rivelare da chi provenga la droga, né a chi sia destinata. È proprio in quest’ultima fase che il corriere è stato intercetta­to dai carabinier­i: non risulta che abbia viaggiato in aereo, sembra dunque che sia arrivato a Milano in treno, con tutta probabilit­à dall’estero (i trafficant­i nigeriani hanno ad esempio una storica base di approdo in Olanda), e che abbia ingoiato gli ovuli almeno 12/14 ore prima di essere fermato. È possibile che davanti alla stazione Centrale fosse nella fase di contatto col suo referente per la consegna. Il tempo in cui ha tenuto la droga in pancia e la preoccupaz­ione per il controllo dei carabinier­i hanno poi provocato i malesseri.

Gli ovuli di droga recuperati in ospedale avevano sigle diverse: 31, per un totale di 360 grammi di eroina, marchiati «ck», 17 (per altri 200 grammi di eroina) contrasseg­nate con «st», infine i 120 grammi di cocaina in ovuli segnati «us». Non è stato possibile decifrare quei codici. A testimonia­nza di un peso sempre maggiore dei criminali nigeriani in strada, sabato notte i carabinier­i della «Duomo», in corso Como, hanno arrestato anche un pusher che vendeva cocaina, marijuana e «Tramadol», un farmaco oppioide sintetico, antidolori­fico con la molecola parente della morfina.

In corso Como

I carabinier­i hanno fermato un pusher con un farmaco oppioide sintetico, il «Tramadol»

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