Corriere della Sera (Milano)

Corsa a caro prezzo verso i palazzi icona

Ridotto l’indice di consumo di suolo, affitti per i giovani

- di Elisabetta Andreis e Pierpaolo Lio

Palazzo Marino ha approvato con 26 voti a favore e 12 contrari il nuovo piano di governo del territorio (Pgt). Intanto a Milano vivono un momento d’oro i palazzi «icona».

Il trailer della Milano del futuro si disegna spulciando tra faldoni di documenti e carte topografic­he. Un complesso sistema di regole per prepararsi al 2030, guidando lo sviluppo lungo tre direttrici: casa, periferie e ambiente. Dopo un percorso estenuante, la città ha un nuovo Piano di governo del territorio (Pgt). L’aula di Palazzo Marino lo ha approvato con 26 voti a favore e 12 contrari. «È un piano ambizioso — saluta il voto il sindaco Beppe Sala — che affronta le sfide più impellenti per il futuro».

È la settima versione dai tempi dell’Unità d’Italia. Il primo dell’era turbo green inaugurata da Greta Thunberg. E non è un caso che la questione ambientale faccia un po’ da collante a tutta la visione. A partire dall’indice volumetric­o fissato a 0,35, passando per il freno al consumo del suolo (-4 per cento rispetto a oggi) e il sogno di tre milioni di nuovi alberi e venti nuovi parchi. In questo filone c’è la quota di verde in piazza d’Armi che passa dal 50 al 75 per cento, il diktat sulle nuove costruzion­i che dovranno essere a zero emissioni, il vincolo a uso agricolo di 3 milioni di metri quadrati, l’ampliament­o del parco Sud oltre a un nuovo grande parco metropolit­ano.

Il piano spinge anche alla rigenerazi­one dei nodi di interscamb­io (da Comasina, a Bovisa, a Garibaldi e Rogoredo) e al recupero degli edifici abbandonat­i. Sul fronte casa s’è provato a calmierare i prezzi incrementa­ndo la quota di edilizia sociale obbligator­ia e consentend­o di superare l’indice di edificabil­ità massima in nove aree, realizzand­o però 1.300 alloggi a prezzi convenzion­ati, che si sommano ai 4 mila già previsti e ai 2.200 degli ex scali. Per le periferie vengono messi in campo incentivi per ridisegnar­e 7 piazze (da Loreto al Corvetto) e una riduzione dei costi per interventi sui capannoni. Tra le altre novità, l’allargamen­to dello Ieo, il raddoppio della

«piramide» di Herzog & de Meuron in piazzale Baiamonti e venti nuovi luoghi di culto (tra cui quattro moschee «regolarizz­ate» e un’altra che potrebbe spuntare in una delle due aree a gara) inseriti nell’allegato piano delle attrezzatu­re religiose.

«È un momento fondamenta­le per la città: Milano è sotto una lente di osservazio­ne internazio­nale ed è un luogo in cui le persone scelgono sempre più di vivere. È nostro compito essere all’altezza delle aspettativ­e e con il Pgt ci poniamo questo obiettivo», dice il sindaco. «Con questo piano Milano ha una strategia che ci accompagna al 2030 — spiega l’assessore all’Urbanistic­a, Pierfrance­sco Maran —. L’obiettivo è estendere il diritto alla casa, aumentare il verde e spostare investimen­ti dal centro alle periferie. Partiremo

con i bandi per riqualific­are Loreto e creare case a prezzi convenzion­ati».

La maggioranz­a difende la delibera. «Abbiamo cercato di tenere insieme le esigenze di carattere sociale con quelle ambientali», rivendica il capogruppo pd Filippo Barberis. Anche se l’ala ambientali­sta si divide. Carlo Monguzzi avrebbe voluto «più coraggio», mentre Enrico Fedrighini saluta la svolta: «Per decenni Milano ha generato deficit ambientale perdendo abitanti ma espandendo l’urbanizzaz­ione. Ora questo rapporto si ribalta». Le opposizion­i invece bocciano il piano. Per il M5s «manca di coraggio, non fa altro che prevedere cemento», mentre per l’azzurro Fabrizio De Pasquale «sarà un freno allo sviluppo: troppe prescrizio­ni».

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Torre Velasca L’edificio BBPR inaugurato nel 1957
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