Corsa a caro prezzo verso i palazzi icona
Ridotto l’indice di consumo di suolo, affitti per i giovani
Palazzo Marino ha approvato con 26 voti a favore e 12 contrari il nuovo piano di governo del territorio (Pgt). Intanto a Milano vivono un momento d’oro i palazzi «icona».
Il trailer della Milano del futuro si disegna spulciando tra faldoni di documenti e carte topografiche. Un complesso sistema di regole per prepararsi al 2030, guidando lo sviluppo lungo tre direttrici: casa, periferie e ambiente. Dopo un percorso estenuante, la città ha un nuovo Piano di governo del territorio (Pgt). L’aula di Palazzo Marino lo ha approvato con 26 voti a favore e 12 contrari. «È un piano ambizioso — saluta il voto il sindaco Beppe Sala — che affronta le sfide più impellenti per il futuro».
È la settima versione dai tempi dell’Unità d’Italia. Il primo dell’era turbo green inaugurata da Greta Thunberg. E non è un caso che la questione ambientale faccia un po’ da collante a tutta la visione. A partire dall’indice volumetrico fissato a 0,35, passando per il freno al consumo del suolo (-4 per cento rispetto a oggi) e il sogno di tre milioni di nuovi alberi e venti nuovi parchi. In questo filone c’è la quota di verde in piazza d’Armi che passa dal 50 al 75 per cento, il diktat sulle nuove costruzioni che dovranno essere a zero emissioni, il vincolo a uso agricolo di 3 milioni di metri quadrati, l’ampliamento del parco Sud oltre a un nuovo grande parco metropolitano.
Il piano spinge anche alla rigenerazione dei nodi di interscambio (da Comasina, a Bovisa, a Garibaldi e Rogoredo) e al recupero degli edifici abbandonati. Sul fronte casa s’è provato a calmierare i prezzi incrementando la quota di edilizia sociale obbligatoria e consentendo di superare l’indice di edificabilità massima in nove aree, realizzando però 1.300 alloggi a prezzi convenzionati, che si sommano ai 4 mila già previsti e ai 2.200 degli ex scali. Per le periferie vengono messi in campo incentivi per ridisegnare 7 piazze (da Loreto al Corvetto) e una riduzione dei costi per interventi sui capannoni. Tra le altre novità, l’allargamento dello Ieo, il raddoppio della
«piramide» di Herzog & de Meuron in piazzale Baiamonti e venti nuovi luoghi di culto (tra cui quattro moschee «regolarizzate» e un’altra che potrebbe spuntare in una delle due aree a gara) inseriti nell’allegato piano delle attrezzature religiose.
«È un momento fondamentale per la città: Milano è sotto una lente di osservazione internazionale ed è un luogo in cui le persone scelgono sempre più di vivere. È nostro compito essere all’altezza delle aspettative e con il Pgt ci poniamo questo obiettivo», dice il sindaco. «Con questo piano Milano ha una strategia che ci accompagna al 2030 — spiega l’assessore all’Urbanistica, Pierfrancesco Maran —. L’obiettivo è estendere il diritto alla casa, aumentare il verde e spostare investimenti dal centro alle periferie. Partiremo
con i bandi per riqualificare Loreto e creare case a prezzi convenzionati».
La maggioranza difende la delibera. «Abbiamo cercato di tenere insieme le esigenze di carattere sociale con quelle ambientali», rivendica il capogruppo pd Filippo Barberis. Anche se l’ala ambientalista si divide. Carlo Monguzzi avrebbe voluto «più coraggio», mentre Enrico Fedrighini saluta la svolta: «Per decenni Milano ha generato deficit ambientale perdendo abitanti ma espandendo l’urbanizzazione. Ora questo rapporto si ribalta». Le opposizioni invece bocciano il piano. Per il M5s «manca di coraggio, non fa altro che prevedere cemento», mentre per l’azzurro Fabrizio De Pasquale «sarà un freno allo sviluppo: troppe prescrizioni».