«Grande Milano: poteri speciali sulle periferie» Intesa Sala-Boccia
Critico Fontana: così dilazionano i tempi
Poteri speciali sulle periferie alle Città metropolitane, con Milano candidata a territorio-test della sperimentazione. La novità è emersa dal faccia a faccia tra il sindaco Beppe Sala e il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, intenzionato a proseguire lungo la strada di un’autonomia differenziata, riveduta e corretta però rispetto all’impostazione leghista. Entro la fine dell’anno, ha ricordato allora il ministro, sarò pronta una nuova leggedelega per mettere ordine alla materia dopo le «sbandate» dell’esecutivo precedente. Tra le novità, un ruolo da protagonista pensato non solo per le Regioni, ma anche per i Comuni e, appunto, le Città metropolitane. «Il territorio di Milano, per storia, vocazione internazionale penso che possa diventare un punto di riferimento delle sperimentazioni che vogliamo inserire», ha detto il ministro. Boccia ha poi chiarito che «al tavolo, in sede di intesa istituzionale, toccherà poi al presidente della Regione ratificare le intese territoriali» successive all’approvazione della legge. «Per me poi diventerà un tema di confronto con la Regione — ha confermato Sala — perché gli dovrò chiedere un atto di fiducia nel delegare una parte delle funzioni sulle periferie a noi». Il sindaco ha ribadito il suo pensiero generale sul tema del federalismo territoriale: «Sono a favore di un’autonomia ma di buon senso. Non credo sia una soluzione che porti solo alla crescita del ruolo delle Regioni». «Il tema delle periferie poi — ha aggiunto Sala — continua a rimanere nel mio cuore. E se sulla possibilità di avere più autonomie sulle risorse per i quartieri si andrà verso un nostro coinvolgimento diretto, sarà un bel regalo a chi sta gestendo questo processo e io garantisco un ritorno di investimento. A Milano ci candidiamo ad essere parte di questo cambiamento in favore dei nostri cittadini».
Il presidente della Regione, chiamato indirettamente in causa, non ha invece nascosto il proprio scetticismo rispetto al nuovo passaggio istituzionale: «Temo sia un ulteriore
tentativo di dilazionare i tempi», ha commentato Fontana. Il governatore leghista si è poi detto convinto dell’«inutilità di una nuova legge delega che poteva essere tranquillamente superata dagli accordi già raggiunti e da tutto il lavoro già fatto».