Presidio d’emergenza e wi-fi Le 700 cabine che resistono
Nel 2015 i telefoni pubblici erano duemila. I progetti per riconvertirli
stazioni, nelle metropolitane, in alcune scuole.
«Nel 2015 a Milano i telefoni pubblici stradali erano 2000, adesso 700: negli ultimi anni c’è stato un picco di dismissioni ma adesso c’è più attenzione» commenta Alice Arienta, consigliere comunale del Pd, che la scorsa primavera ha lanciato due idee in particolare per rigenerarle. La prima è trasformare le cabine dismesse in piccole biblioteche di quartiere (bibliocabine), così come avviene con successo anche in altre città estere. Per fare ciò si è pensato a un patto di collaborazione con i cittadini, che in pratica devono prendersi cura della
Storiche cabina, provvedere alla pulizia, al riordino, al mantenimento, alla fornitura di libri. I residenti di zona Baggio, per esempio, nei mesi scorsi, di propria iniziativa hanno dato vita a un’operazione del genere. Ma Telecom ha fatto smantellare tutto: per realizzare questo progetto bisogna individuare le cabine che non sono più usate e che possono essere dismesse. «L’altra possibilità è quella di ripensare per le cabine telefoniche in uso funzioni più avanzate — continua Arienta — come per esempio la connessione wi fi».
Una riconversione che andrebbe anche incontro alle richieste degli utenti, come testimonia una recente indagine di mercato sulle «Postazioni di telefonia pubblica in Italia», commissionata da Agcom. E da cui emerge che: il 12% della popolazione non ha mai usato una ptp; oltre 80% non avverte l’esigenza di utilizzare il servizio di telefonia pubblica; un quarto della popolazione ritiene che le Ptp possano essere usate come postazioni per effettuare chiamate d’emergenza oppure come postazioni di wi-fi pubblico, di videosorveglianza, di ricarica per gli smartphone, prenotazione taxi.
Baluardo
In Italia le postazioni non scompariranno del tutto: sono «pubblico servizio»