Corriere della Sera (Milano)

OLIMPIA MISSIONE EUROPA L’ITALIA PUÒ ATTENDERE

- Di Roberto De Ponti

Non è il perdere in sé il problema. È il come si perde. Premessa: al momento il primo obiettivo dell’Olimpia dev’essere l’Europa, una buona partenza in Eurolega per provare a centrare quei playoff che da troppi anni ormai mancano a Milano. Il che significa che se il venerdì ti strangoli per tenere sotto lo Zalgiris, meno di 48 ore dopo puoi anche mettere in preventivo una sconfitta con Brindisi, che è un’ottima squadra e che al Forum arriva — come qualsiasi altra squadra — con la feroce intenzione di battere il club dal budget più ricco del campionato. Ci sta. Estremizza­ndo, in serie A l’Olimpia potrebbe persino permetters­i di piazzarsi all’ottavo posto, tanto poi nei playoff scudetto si riparte da zero. I patti sono chiari: concentrar­si sull’Europa, per l’Italia c’è tempo.

Però se contro Brindisi devi andare sotto di 18 punti, per poi produrti in un inutile extrasforz­o per provare a salvare la faccia, allora le cose cambiano un po’. Perché alla fine ti ritrovi comunque con una sconfitta, con 29 minuti di impiego per il Chacho Rodriguez (di anni 33), 20 per il convalesce­nte Micov (che ne ha invece 34), con il trentanove­nne Scola costretto a stazionare in panchina solo perché palesement­e brasato dalle fatiche di Eurolega e comunque ancora una volta con un plus/minus negativo, e allora probabilme­nte hai bruciato inutilment­e energie che verrebbero buone più avanti. Colpa delle assenze, certo, che poi sono ancora quelle che la scorsa stagione hanno cucinato a fuoco lento la squadra: Nedovic e Gudaitis, di cui l’Olimpia ha bisogno come il pane, più Shelvin Mack che ancora deve dimostrare quanto vale. Ma non era così anche pochi mesi fa?

Bene dice Ettore Messina quando afferma che 89 punti segnati dovrebbero bastare per vincere, il che significa che la difesa ha funzionato male (eufemismo). Le squadre del nostro coach più titolato hanno sempre fatto della difesa un vanto, il che significa che sul medio periodo l’Olimpia troverà la quadratura nella propria metà campo (anche se Rodriguez e Scola non sono esattament­e famosi per le loro doti difensive). Per paradosso, il problema maggiore oggi è in attacco, dove il Chacho è costretto a prendersi più tiri (e più minuti) di quanto lui e Messina vorrebbero.

Gudaitis potrebbe rientrare il 27 a Roma, Nedovic chissà. Giovedì però c’è il Panathinai­kos, ed è già un primo snodo importante pur in una stagione lunghissim­a. Che Milano sarà?

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Spagnolo Sergio «Chacho» Rodriguez, playmaker, 33 anni

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