Corriere della Sera (Milano)

Il Beethoven rivoluzion­ario

Jordi Savall dirige la Terza e la Quinta Sinfonia

- di Giuseppina Manin

Tra le poche certezze de 2020 che verrà, i 250 anni della nascita di Beethoven. Anniversar­io ineludibil­e, foriero di maratone musicali di ogni tipo. In testa l’integrale sinfonica del genio di Bonn a cui hanno già aderito con le rispettive orchestre maestri come Mehta e Chailly, Nelsons, Nézet-Seguin, Gardiner... Ma a proporre le Nove Sinfonie come non le avete mai ascoltate è un grande musicista e direttore catalano di 78 anni, Jordi Savall, una vita dedicata alla riscoperta e alla diffusione della musica antica. E che ora, dopo anni di studio e ricerche, ha deciso di rendere a Ludwig van quel che è di Ludwig van: «Il suono originale delle sue Sinfonie così come lui l’aveva immaginato», spiega. «Con un’orchestra costruita su misura e dotata di strumenti d’epoca capaci di far rivivere colori, timbri e vibrazioni dimenticat­i».

Chi stasera sarà al Conservato­rio, dove Savall sotto l’egida del Quartetto proporrà con Le Concert des Nations e l’Accademia Beethoven 250 la Terza e la Quinta sinfonia, potrà verificare con le sue orecchie la differenza enorme del suono, costruito seguendo le direttive dell’autore in fatto di tempo, articolazi­one, dinamica e padronanza strumental­e.

«Quel che ne uscirà sarà un Beethoven davvero rivoluzion­ario», promette Savall. «Già la stessa formazione orchestral­e — 50 musicisti per la Terza, 55 per la Quinta — è quella dei suoi tempi. E poi gli strumenti. Da metà ’800 la musica si è “allargata”, le sale sono diventate più spaziose e gli strumenti si sono adeguati. Le corde metalliche hanno sostituito quelle di budello, alle trombe sono stati aggiunti i pistoni. E il suono è cambiato. Ritornare all’origine garantisce un ascolto ricco di morbidezze inedite e sonorità più crude e brillanti».

Un progetto pensato a lungo, che si concluderà nel 2020, per festeggiar­e Beethoven e i 30 anni del Concert des Nations a cui ora si affiancano i giovani talenti dell’Accademia 250, trenta ragazzi scelti dalle migliori compagini del mondo. «Ci sono volute molte prove, per singole sezioni, poi tutti insieme, di nuovo a gruppi... Ogni Sinfonia ha un suo linguaggio. Quale amo di più? Impossibil­e rispondere, sono come mie figlie. La Prima la amo per la sua freschezza giovanile, la Seconda per la sua malinconia, la Terza per l’impeto di rivolta... Ciascuna ha le sue meraviglie. Sono il nostro grande patrimonio, qui l’Europa ha trovato un linguaggio comune, una sua identità profonda. Beethoven è stato il primo compositor­e a non dipendere né da un re né da un cardinale. In piena libertà ha trasmesso le sue idee estetiche e filosofich­e a tutti. Europei e non solo, visto che anche nel resto del mondo lo intendono benissimo. Un vero miracolo della musica».

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 ??  ?? Sul podio Il musicista e direttore catalano Jordi Savall, 78 anni. «Sento le Sinfonie come figlie mie»
Sul podio Il musicista e direttore catalano Jordi Savall, 78 anni. «Sento le Sinfonie come figlie mie»

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