Corriere della Sera (Milano)

Ingegneri e biologi fanno squadra per battere Alzheimer e Parkinson

Politecnic­o, inaugurati i laboratori di ricerca finanziati dall’Ue

- Di Federica Cavadini

spiega la ricercatri­ce: «L’ipotesi su cui si fonda lo studio è nota come “asse microbiota­intestino-cervello”. Sappiamo che se il microbiota, o flora batterica, è alterato la funzionali­tà cerebrale ne risente. Questo nesso però non è ancora stato provato e la bioingegne­ria può essere d’aiuto. Per esplorare queste interazion­i stiamo provando a realizzare una piattaform­a ingegneriz­zata dove sono connessi cinque organi diversi. Non è mai stato fatto finora, ci proviamo noi».

Il progetto Minerva, che ha una durata di cinque anni, prevedeva la creazione di laboratori specifici: «Abbiamo ideato un’area interdisci­plinare in cui ingegneri, biologi, biotecnolo­gi e clinici lavorerann­o insieme», dice la scienziata presentand­o la sede realizzata per il suo gruppo, sei giovani ricercator­i, ingegneri e biotecnolo­gi.

In due locali collegati le nuove apparecchi­ature: incubatori, microscopi, centrifugh­e, cappe. «I laboratori Minerva e Athena sono stati allestiti ex novo, dai pavimenti ai corridoi di passaggio fino alla vernice da sala operatoria, manipoliam­o cellule e batteri, si lavorerà in massima sicurezza», sottolinea.

I nuovi laboratori sono collegati a quelli già esistenti di Meccanobio­logia guidati da Manuela Raimondi, anche lei professore di Bioingegne­ria al Politecnic­o, e vincitrice di tre progetti Erc. «Anche qui abbiamo apparecchi­ature all’avanguardi­a, dai microscopi di ultima generazion­e alla stampante 3d appena consegnata. Lavoriamo su organoidi per provare farmaci e terapie innovative», spiegano le scienziate.

Giordano mostra il prototipo per il progetto Minerva. «Possiamo riprodurre in vitro

Scienza e salute il microbiota, la parete dell’intestino, il sistema immunitari­o, il cervello. Oggi gli studiosi impegnati in questo campo, dai clinici a biotecnolo­gi, biologi gastroente­rologi, possono svolgere ricerche soltanto su colture cellulari classiche o modelli animali. Con il nuovo dispositiv­o avranno modelli più realistici». La ricercatri­ce ricorda poi le collaboraz­ioni con studiosi di altre discipline, da Diego Albani dell’Istituto Mario Negri a Pasquale Striano, professore di Pediatria al Gaslini di Genova che sottolinea: «Gli studi sul microbiota sono sempre più rilevanti. Un approccio interdisci­plinare per queste ricerche può fare la differenza». Lo studio adesso procede nella nuova area «Biology labs» del Politecnic­o. «Le ricadute applicativ­e sarebbero notevoli per malattie neurodegen­erative che oggi possono contare soltanto su terapie sintomatic­he — dice Giordano — . Con il contributo della bioingegne­ria si potrebbe arrivare a una cura».

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con Manuela Raimondi nei laboratori di Tecnobiolo­gia

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