Senzatetto con «residenza» Sono già 535
Rilasciati 535 certificati a senzatetto per accedere al welfare
Gli uffici comunali come residenza anagrafica per poter beneficiare delle cure mediche e del reddito di cittadinanza. La sperimentazione è partita a febbraio e in otto mesi è servita a rilasciare 535 certificati «fittizi» ad altrettanti clochard che potranno così accedere ai normali servizi di welfare. In totale si sono rivolte ai cinque sportelli 1.201 persone, circa la metà delle quali ha poi ottenuto la residenza (535, appunto), mentre per le altre sono stati fissati ulteriori appuntamenti per approfondimenti e integrazioni dei documenti presentati. Gli uffici di Palazzo Marino sono però convinti che si possa fare ancora di più e stimano il fabbisogno potenziale in 3.500 persone.
I primi numeri di «Residenza-Mi» (si chiama così l’iniziativa avviata dall’allora assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino) consentono una piccola mappatura del bisogno dei senza fissa dimora milanesi. Il richiedente è nella maggioranza dei casi un uomo solo (circa 300 esempi sul totale delle 535 residenze concesse) e almeno metà delle domande è firmata da un cittadino italiano, anche se sono state rilasciate «residenze fittizie» a clochard di 52 nazionalità diverse. Allo sportello già attivo da tempo nel Municipio 1 di via Strehler 2, si sono aggiunti nel corso degli ultimi otto mesi i nuovi uffici nei Municipi 4 (via Oglio 18), 5 (viale Tibaldi 41), 6 (viale Legioni Romane 54) e 8 (via Quarenghi 21). Il Municipio 4 è quello che ha finora all’attivo il maggior numero di richieste (353 domande). Per accedere agli sportelli è sufficiente presentare una relazione firmata dagli operatori del terzo settore che dimostri come il richiedente abbia una relazione continuativa con il territorio e che intenda rimanere a Milano.
«La residenza è un requisito imprescindibile per accedere ad alcuni servizi fondamentali. Con Residenza-Mi vogliamo assicurarci che chiunque possa godere dei diritti che sono garantiti dalla Costituzione, in primis quello di potersi curare utilizzando il sistema sanitario», commenta l’attuale assessore comunale al Welfare Gabriele Rabaiotti: «Il servizio diventa ancora più importante visto poi il periodo storico in cui ci troviamo; paradossalmente tanti senza dimora, molti dei quali italiani, che avrebbero i requisiti per il reddito di cittadinanza, rischiano di essere tagliati fuori perché incapaci di dimostrare la propria residenza. Agganciarli con gli sportelli vorrà dire tentare di ricostruire il loro quadro anagrafico».
L’assessore Rabaiotti ha dormito ieri per strada coi clochard di piazza Sant’Eustorgio (in occasione della notte dei senza fissa dimora, l’iniziativa che da 20 anni vuole richiamare l’attenzione della città su chi vive per strada). La sfida vera per chi amministra è però quella alle porte: l’inverno. Il piano freddo del Comune partirà il 15 novembre con una sostanziale novità: tra i nuovi centri che apriranno ci sarà quello dell’ex night Bizarre di via Ripamonti 580, che sarà una struttura adibita a senzatetto con animali. La novità potrebbe essere di capitale importanza: l’assoluta volontà di non separarsi dal proprio cane costituisce per i clochard una ragione spesso sufficiente per rifiutare, anche nelle notti più fredde, il ricovero in dormitorio.