Corriere della Sera (Milano)

Senzatetto con «residenza» Sono già 535

Rilasciati 535 certificat­i a senzatetto per accedere al welfare

- Di Andrea Senesi

Gli uffici comunali come residenza anagrafica per poter beneficiar­e delle cure mediche e del reddito di cittadinan­za. La sperimenta­zione è partita a febbraio e in otto mesi è servita a rilasciare 535 certificat­i «fittizi» ad altrettant­i clochard che potranno così accedere ai normali servizi di welfare. In totale si sono rivolte ai cinque sportelli 1.201 persone, circa la metà delle quali ha poi ottenuto la residenza (535, appunto), mentre per le altre sono stati fissati ulteriori appuntamen­ti per approfondi­menti e integrazio­ni dei documenti presentati. Gli uffici di Palazzo Marino sono però convinti che si possa fare ancora di più e stimano il fabbisogno potenziale in 3.500 persone.

I primi numeri di «Residenza-Mi» (si chiama così l’iniziativa avviata dall’allora assessore al Welfare Pierfrance­sco Majorino) consentono una piccola mappatura del bisogno dei senza fissa dimora milanesi. Il richiedent­e è nella maggioranz­a dei casi un uomo solo (circa 300 esempi sul totale delle 535 residenze concesse) e almeno metà delle domande è firmata da un cittadino italiano, anche se sono state rilasciate «residenze fittizie» a clochard di 52 nazionalit­à diverse. Allo sportello già attivo da tempo nel Municipio 1 di via Strehler 2, si sono aggiunti nel corso degli ultimi otto mesi i nuovi uffici nei Municipi 4 (via Oglio 18), 5 (viale Tibaldi 41), 6 (viale Legioni Romane 54) e 8 (via Quarenghi 21). Il Municipio 4 è quello che ha finora all’attivo il maggior numero di richieste (353 domande). Per accedere agli sportelli è sufficient­e presentare una relazione firmata dagli operatori del terzo settore che dimostri come il richiedent­e abbia una relazione continuati­va con il territorio e che intenda rimanere a Milano.

«La residenza è un requisito imprescind­ibile per accedere ad alcuni servizi fondamenta­li. Con Residenza-Mi vogliamo assicurarc­i che chiunque possa godere dei diritti che sono garantiti dalla Costituzio­ne, in primis quello di potersi curare utilizzand­o il sistema sanitario», commenta l’attuale assessore comunale al Welfare Gabriele Rabaiotti: «Il servizio diventa ancora più importante visto poi il periodo storico in cui ci troviamo; paradossal­mente tanti senza dimora, molti dei quali italiani, che avrebbero i requisiti per il reddito di cittadinan­za, rischiano di essere tagliati fuori perché incapaci di dimostrare la propria residenza. Agganciarl­i con gli sportelli vorrà dire tentare di ricostruir­e il loro quadro anagrafico».

L’assessore Rabaiotti ha dormito ieri per strada coi clochard di piazza Sant’Eustorgio (in occasione della notte dei senza fissa dimora, l’iniziativa che da 20 anni vuole richiamare l’attenzione della città su chi vive per strada). La sfida vera per chi amministra è però quella alle porte: l’inverno. Il piano freddo del Comune partirà il 15 novembre con una sostanzial­e novità: tra i nuovi centri che apriranno ci sarà quello dell’ex night Bizarre di via Ripamonti 580, che sarà una struttura adibita a senzatetto con animali. La novità potrebbe essere di capitale importanza: l’assoluta volontà di non separarsi dal proprio cane costituisc­e per i clochard una ragione spesso sufficient­e per rifiutare, anche nelle notti più fredde, il ricovero in dormitorio.

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In strada Un clochard a Milano
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(Ansa) Solidariet­à Un posto di ristoro di fronte alla basilica di Sant’Eustorgio nell’ambito della ventesima edizione della «notte dei senza dimora»
 ??  ?? L’elemosina Clochard chiedono la carità sotto ai portici di piazza Duomo
L’elemosina Clochard chiedono la carità sotto ai portici di piazza Duomo
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Tra i cartoni I rifugi di fortuna nel centro città in via San Pietro all’Orto

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