La «postina» degli organi salvavita
Architetta e volontaria della Protezione civile pronta a partire per tutto il mondo
Un «angelo della vita». Viaggia da una parte all’altra del mondo trasportando organi, cellule e tessuti. Si chiama Floriana Elli, ha 58 anni, abita a Giussano, in provincia di Monza. È uno dei volontari del Nucleo operativo di protezione civile che ha sede a Firenze. Lei di professione fa l’architetto, ma un paio di volte l’anno attraversa mari e monti col suo trolley e con Swedy, il freezer usato per la prima volta in Svezia. L’amore per i viaggi e il desiderio di far del bene al prossimo sono state le due molle che l’hanno spinta a entrare nella squadra: «Sia mio padre che mia madre facevano parte dell’Aido. Dopo la morte, vennero donate le loro cornee».
MONZA Viaggia da una parte all’altra del mondo trasportando organi, cellule o tessuti. Non ha orari, non può arrivare in ritardo e qualsiasi cosa accada deve completare la sua missione. Floriana Elli, 58 anni, residente a Giussano in provincia di Monza, è un «Angelo della vita», così come sono stati ribattezzati i volontari del Nucleo operativo di protezione civile che ha sede a Firenze. Lei di professione fa l’architetto, ma un paio di volte l’anno attraversa mari e monti col suo trolley e con Swedy, il freezer usato per la prima volta in Svezia. L’amore per i viaggi e il desiderio di far del bene al prossimo sono state le due molle che l’hanno spinta a entrare nella squadra del Nopc. «Sia mio padre che mia madre facevano pare dell’Aido — spiega Floriana Elli — ed entrambi, dopo la morte, donarono le cornee. La spinta verso il prossimo è sempre stata presente in famiglia e a questa si è aggiunta la mia irrequietezza, amo girare e vedere posti nuovi». Non a caso, Floriana è anche una motociclista, ama scoprire città e paesi a bordo della sua Vespa, in sella alla quale partecipa anche a gare di regolarità. «Questa è un’altra mia passione, ma che non mischio col mio impegno di volontaria. Sono sei anni che faccio parte del Nucleo e ricordo ancora molto bene la preoccupazione e l’ansia della mia prima missione».
Oggi ai nuovi volontari fanno seguire corsi di formazione, ma fino a qualche anno fa si iniziava subito, dopo un paio di viaggi con un volontario esperto. La destinazione scelta per lei è stata Jerez de la Frontera, nella Spagna del Sud, sede di uno dei più famosi circuiti motociclistici del mondo. «Filò tutto liscio — aggiunge —, ma non è sempre così. Capitano ritardi, voli cancellati, problemi alla dogana e noi dobbiamo essere pronti a trovare una soluzione o a cambiare itinerario. Qualche anno fa dovevo portare del midollo da Francoforte a Israele, dove però erano appena iniziati dei bombardamenti e in dogana non volevano farmi passare, un addetto arrivò a dire che i miei documenti erano falsi». Nessuno dei volontari del Nucleo ha un lasciapassare grazie al quale, per esempio, avere accessi preferenziali. L’unico «privilegio» di cui godono è l’indicazione sul biglietto del trasporto particolare che stanno effettuando. Grazie a questo e grazie a una «cortese fermezza» anche gli ostacoli più complicati vengono superati.
In sei anni Floriana Elli ha effettuato 50 viaggi: da San Francisco a Rio de Janeiro, passando per il Medio Oriente e ovviamente l’Europa. In un mano il trolley, nell’altra il freezer Swedy. L’ultima missione dalla Germania alla Spagna per portare una sacca di midollo osseo. «Il destinatario era un bambino di pochi mesi — dice —. Ho letto un paio di volte la consegna perché stentavo a crederci, nel freezer avevo il midollo destinato a lui, ma poi dalla centrale è arrivata la conferma e allora sono partita subito>. Anche questa volta ci si è messo di mezzo un ritardo dei treni e solo grazie a una corsa in taxi il midollo è arrivato in tempo. La prossima missione in agenda è a Gerusalemme.
L’ultima missione Sono volata in Spagna per portare una sacca di midollo osseo destinata a un bimbo di pochi mesi