Corriere della Sera (Milano)

Il Collegio ingegneri e architetti dopo le consideraz­ioni del Politecnic­o: qui un distretto del divertimen­to

Famiglie e tempo libero, nuova ipotesi per San Siro

- Stefania Chiale

Non abbatterlo, ma rifunziona­lizzarlo. L’ipotesi di una nuova vita per lo stadio di San Siro, sdoganata venerdì dal rettore del Politecnic­o Ferruccio Resta e sulla quale anche le società hanno aperto nei giorni scorsi uno spiraglio, apre ufficialme­nte l’ipotesi B: costruire il nuovo stadio di Milan e Inter, senza però abbattere, almeno non del tutto, il Meazza. Che verrebbe salvato e riconverti­to con funzionali­tà diverse da quelle avute per 93 anni — diventando un centro culturale, museale, commercial­e — oppure simili: confermand­olo come impianto sportivo, ma a diversa destinazio­ne.

C’è spazio per il vecchio e il nuovo, insomma. La soluzione proposta dal Politecnic­o piace al Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano, che ieri l’hanno definita «attuabile e vincente». Soprattutt­o per «offrire a Milano qualcosa di specifico che ancora non ha», e che risponda a un turismo sempre maggiore. «Siamo convinti che la realizzazi­one di un nuovo stadio — dice Gianni Verga, che guida il più antico sodalizio milanese (fondato nel 1563) — possa convivere con una nuova funzione da destinare al vecchio impianto». Il Collegio propone una funzione ludica per il nuovo Meazza: «A nostro avviso ci sarebbe spazio per quella che potrebbe essere definita la “Milano del divertimen­to”, una realtà con specifiche installazi­oni mirate a far trascorre il tempo libero alle famiglie e ai giovani».

Un sì convinto all’ipotesi del Politecnic­o e del suo rettore arriva dai cittadini della zona attorno allo stadio, contrari da sempre a nuove cementific­azioni e al consumo di suolo nel quartiere. I cittadini hanno dato vita al Comitato di coordiname­nto San Siro, favorevole alla ristruttur­azione del vecchio stadio e alla riqualific­azione dell’area. Un organismo «apartitico», si legge in una nota, che «si propone di raccoglier­e tutti i cittadini, le associazio­ni, i gruppi che vedono nella ristruttur­azione dello stadio Meazza un’alternativ­a possibile e più vicina all’identità del quartiere e ai diritti dei cittadini».

Identità che per il Comitato non comprende però la costruzion­e di un nuovo stadio: «Certamente l’area intorno al Meazza va rivista e ristruttur­ata — scrive —. Ma siamo convinti che la strada giusta non sia necessaria­mente quella di costruire un nuovo stadio, cementific­are ancora, creare nuovi centri commercial­i e grattaciel­i. Siamo per il sì a spazi dedicati ai giovani, allo sport, al verde comune, alla conservazi­one dell’identità del quartiere».

La decisione ora spetta a Inter e Milan, che nei prossimi giorni incontrera­nno la Soprintend­enza e che la scorsa settimana avevano aperto all’ipotesi di una revisione del dossier originario.

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