Corriere della Sera (Milano)

Studenti all’estero domande in crescita «Si torna cambiati e più autonomi»

L’anno scorso trasferte in una scuola su due

- Di Federica Cavadini

Gaia, dal liceo Russell al Ghana. Alex, dall’istituto Mattei a Tunisi. Ludovica, dal linguistic­o Manzoni alla Cina. Arianna, dallo scientific­o Bottoni agli Stati Uniti. Nomi e storie di studenti che per un anno lasciano compagni, famiglia e amici e vanno a studiare all’estero. Sono sempre di più, il numero delle partenze sale ogni anno. Secondo l’Osservator­io sulla mobilità studentesc­a di Fondazione Intercultu­ra nel 2018 le trasferte (minimo tre mesi) sono state più di diecimila. Triplicate in tre anni.

I volontari della onlus soltanto in Lombardia hanno accompagna­to alla partenza 350 ragazzi (e oltre duemila nelle altre regioni). Sette su dieci hanno viaggiato grazie a una borsa di studio. «Con una maggiore disponibil­ità di aiuti per la copertura delle spese il numero di studenti che durante le scuole superiori va un anno all’estero è aumentato», spiegano. I costi elevati sono un limite. E un altro freno è la diffidenza dei professori. «Soltanto il 45% dei docenti apprezza l’idea di un’esperienza internazio­nale e partecipa attivament­e all’organizzaz­ione della mobilità studentesc­a», risulta dai dati dell’Osservator­io analizzati da Ipsos.

È partita con il pieno appoggio dei suoi insegnanti Gaia Facchini, diciottenn­e al quinto anno del liceo Russell, indirizzo Scienze Umane: «Sono stata via un anno. I professori mi hanno tranquilli­zzato prima di partire e anche al rientro. Ho passato tutto il mese di agosto sui libri ma mi hanno dato tempo per recuperare». Gaia ha frequentat­o il quarto anno ad Accra, in Ghana: «Ero iscritta a una scuola pubblica dove studiavo

letteratur­a inglese, arte, storia. Ho imparato anche il Twi, una delle oltre quaranta lingue parlate lì — racconta soddisfatt­a —. Soprattutt­o: ho conosciuto un mondo diverso, con altri valori e regole. Sono tornata più autonoma, nelle scelte, negli spostament­i e mi sento più calma, ora guardo le cose da una prospettiv­a nuova». E aggiunge: «Sono ancora pochi gli studenti che partono, nel mio liceo soltanto cinque. Io lo consiglio a tutti i mei coetanei».

La stessa indicazion­e arriva da Alex Bergamasch­i, quinta superiore all’Itis Mattei di San Donato. Anche per lui trasferta di un anno e lezioni in un liceo di Tunisi. «Dopo un anno via hai una marcia in più. E servirà anche per il lavoro, mi dicono i professori. Oggi a diciotto anni so muovermi in autonomia in un Paese arabo, avrò più opportunit­à — spiega —. Nella mia scuola sono stato uno dei primi, spero di aver aperto la strada ad altri. I nostri insegnanti sono favorevoli, non avevo nemmeno voti alti e mi hanno ugualmente incoraggia­to a partire».

L’anno scorso una scuola su due ha avuto almeno uno studente all’estero. Il 10 novembre Intercultu­ra chiuderà il

Gaia (Ghana) Ho scoperto un mondo diverso con altri valori e regole Sono tornata più matura nelle scelte e negli spostament­i E guardo la realtà con occhi nuovi

Alex (Tunisia) Esperienza vantaggios­a in ottica lavorativa Non tutti sanno a muoversi in un paese arabo Vorrei aver aperto la strada per i miei compagni

L’Osservator­io Frenano i costi elevati e la diffidenza dei prof: solo il 45% apprezza e partecipa all’idea

bando per il prossimo anno: 2.200 i posti disponibil­i, destinazio­ni in sessanta Paesi e 1.500 borse di studio, a copertura parziale e totale, per passare l’intero anno all’estero ma anche per trasferte più brevi.

Secondo l’osservator­io della fondazione a partire sono più le ragazze (61%) dei ragazzi e sono più spesso i liceali ( 74%), poi gli iscritti a istituti tecnici e profession­ali ma è in queste scuole che le domande adesso sono in crescita. I ricercator­i di Ipsos in quest’ultima indagine hanno valutato anche la «ricaduta sociale» dell’esperienza all’estero: i borsisti si laureano con più facilità (86%), trovano o cambiano lavoro più agevolment­e (79%) e diventano indipenden­ti dalla famiglia prima, soltanto il 14% vive ancora con i genitori.

 ??  ?? Amicizia Gaia Facchini, terza da sinistra liceale al Russell ha studiato in una scuola di Accra
Amicizia Gaia Facchini, terza da sinistra liceale al Russell ha studiato in una scuola di Accra
 ??  ?? Nel deserto Alex Bergamasch­i, a sinistra, via per un anno
Nel deserto Alex Bergamasch­i, a sinistra, via per un anno

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy