Defibrillatori nelle cabine Idea vincente da sostenere
L’intervento
Gentile redazione, ho letto la proposta di Sergio Harari sul Corriere Milano del 18 ottobre. Da cardiologo di lunga militanza, mi sembra molto sensata. Stabilito che l’utilità attuale delle cabine telefoniche, destinate a un inesorabile degrado, è vicina allo zero, il fatto che ognuna diventi un «punto salvavita», inserendo all’interno un defibrillatore semiautomatico, è da prendere in seria considerazione.
Si potrebbero infatti prevenire eventi mortali da fibrillazione ventricolare, con un sensibile contributo alla prevenzione di morte improvvisa o di coma. È vero che il servizio 118 a Milano funziona bene ma, in questo caso, stiamo parlando di eventi da affrontare in tempi molto brevi. Va tenuto conto che di persone in grado di usare il defibrillatore semiautomatico, oltre a medici e infermieri, in città ce ne sono ormai molte, che hanno avuto una formazione; altri potrebbero essere istruiti facilmente. Un punto debole potrebbe essere il vandalismo. In realtà ho avuto modo di verificare che le numerose «colonne» in città per la riscossione del parcheggio nelle righe blu vengono sostanzialmente rispettate. Mi sento di caldeggiare la proposta di Harari. Una volta espletati alcuni passaggi importanti e verificati i costi, si potrebbe agire, con l’importante prospettiva di aumentare la sicurezza sanitaria per i cittadini.