«Buia e rischiosa» Stop della Procura alla escape room con 150 stanze
Il gioco di ruolo in una palazzina dell’Enpam
Una cinquantina di persone esplora lentamente e nel buio la «escape room» risolvendo enigmi, evitando trucchi, superando trabocchetti, sfuggendo a una ventina di mostri e fantasmi che ti inseguono e possono anche afferrarti. Solo le fiammelle di poche candele e le torce elettriche che hanno avuto all’ingresso illuminano i corridoi e le 150 stanze dell’enorme edificio fatiscente in zona Rogoredo in cui si svolge «l’evento horror più grande d’Italia», dicono gli organizzatori, ma che ora la Procura di Milano ha deciso di sequestrare. Lì dentro giocano ogni sera fino a 450 persone, ma non c’è la minima misura di sicurezza secondo i pm. Le «escape room» sono spuntate come funghi a Milano e in molte altre città. Si va da normali stanze in cui anche i minorenni, in una sorta di caccia al tesoro al buio, devono riuscire a trovare la chiave per uscire, fino ai due piani utilizzati per il «The gate Dentro l’abisso» dell’edificio di sette piani in disuso in via Giacomo Medici del Vascello che l’Enpam — l’ente di previdenza dei medici che si dice «del tutto estraneo» alla vicenda — ha affittato a una società che a sua volta l’ha subaffittato agli organizzatori.
Biglietto da 44 euro riservato ai soli maggiorenni che, prima di entrare, devono firmare una liberatoria in cui si assumono ogni responsabilità per incidenti a sé o agli altri. Sabato, prima che alle 19 iniziasse il primo dei tre turni di gioco di due ore ciascuno, Polizia, Vigili del fuoco (ai quali era arrivata una lettera di segnalazione) e una squadra della polizia giudiziaria della Procura si sono presentati all’ingresso per un’ispezione nei sette piani dell’edificio. Nei 6.500 metri quadrati di superficie usati non c’era alcun sistema di sicurezza, non c’era l’elettricità, le uscite di sicurezza non solo non erano segnalate ma erano anche mascherate mentre dall’alto incombevano i pannelli del controsoffitto in bilico. Non c’era neanche alcuna telecamera di sicurezza che potesse dare la possibilità di controllare ciò che accadeva all’interno e consentire di intervenire tempestivamente in caso d incidenti, anche perché i partecipanti erano obbligati a lasciare all’ingresso i telefoni cellulari. «Nelle profondità di un edificio abbandonato, in un labirinto di stanze, corridoi e cunicoli segreti perderete voi stessi e vi ritroverete soli, nell’oscurità», evocava il sito Internet. «La Procura non ha nulla contro i divertimenti e coloro che vogliono svagarsi, ma a patto che tutto si svolga in piena sicurezza sia per i partecipanti che per i lavoratori», dichiara Procuratore aggiunto Tiziana Siciliano che coordina le indagini dirette dal sostituto Sara Arduini. In attesa di identificare organizzatori e responsabili, al momento l’inchiesta è contro ignoti e ipotizza la violazione della normativa antinfortunistica. Perché nell’ «Escape room» di Rogoredo lavoravano anche una ventina di figuranti. Attori che impersonavano mostri, zombie e altre creature fantastiche la cui incolumità, secondo gli investigatori, correva gli stessi rischi dei giocatori. I primi accertamenti, inoltre, hanno stabilito che gli organizzatori non avevano ottenuto alcuna autorizzazione dal Comune di Milano per svolgere attività di pubblico spettacolo. Ne è scaturito il sequestro preventivo dello stabile in attesa che gli investigatori identifichino gli organizzatori.