Corriere della Sera (Milano)

Milano e il Louvre uniti per Leonardo Nuove esposizion­i e mostre prolungate

A settembre 2020 il Rinascimen­to al Castello e a Parigi

- Dal nostro inviato Pierluigi Panza

PARIGI In occasione della grande mostra del Louvre su Leonardo Da Vinci (cura di Vincent Delieuvin e Louis Frank, 11 quadri di Leonardo sui meno di venti esistenti) anche Milano, che sta preparando una mostra con il Louvre per il prossimo anno, annuncia una serie di ulteriori approfondi­menti sulla sua offerta leonardesc­a. Il palinsesto Leonardo 500, oltre alla mostra in corso a Palazzo Reale sull’arazzo del Cenacolo, estende l’apertura alla Sala delle Asse e la affianca a due nuove esposizion­i. La Sala delle Asse (200 mila visitatori fino ad oggi, seconda mostra più visitata dopo la Biennale in Italia) resterà aperta sino al 19 aprile 2020. «Intanto andiamo avanti con gli studi legati a questo ambiente» racconta Claudio Salsi, direttore delle civiche raccolte. Quindi il format «Leonardo mai visto», all’interno del quale si stanno esponendo al Castello materiali leonardesc­hi, si arricchirà di due approfondi­menti.

La prima mostra, intitolata «Una scrittura allo specchio. I segreti della mano sinistra di Leonardo» (dal 31 gennaio al 29 aprile 2020) è su un foglio, custodito presso il Gabinetto dei Disegni del Castello (proveniva dal fondo di San Celo) mai presentato e recentemen­te restaurato dall’Opificio delle Pietre dure, attribuibi­le alla bottega di Leonardo. «Sul recto ci sono figure anatomiche copiate da studi di Leonardo — afferma Claudio Salsi, direttore delle civiche raccolte — e sul retro la scritta, inequivoca­bile, “Salvator Mundi”: forse si tratta di una epigrafe o una scritta esplicativ­a da includere eventualme­nte in un quadro sul Salvator Mundi».

Naturalmen­te dalla bottega di Leonardo, ovvero per mano dei suoi allievi, uscirono diverse tavole con l’immagine del Salvator Mundi; che uno di questi (ovvero quello battuto in asta da Christie’s nel 2017 a 450 milioni di dollari, ora nelle mani dell’erede al trono dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman) sia attribuibi­le al maestro resta controvers­o. Le figure disegnate sul recto, naturalmen­te, non hanno a che fare con l’immagine del Salvator Mundi. «La gamba presente nel disegno sul recto — sottolinea comunque Salsi — presentere­bbe un tratto sinistrors­o», ovvero potrebbe essere di mano di Leonardo stesso.

L’altra mostra sarà proprio su un Salvator Mundi, non uno di quelli (più d’uno) attribuiti a Leonardo, ma quello del suo allievo Salai, già di proprietà dell’ex patron di Esselunga Caprotti che lo regalò alla Pinacoteca Ambrosiana. Sebbene nel testamento di Caprotti questa donazione, secondo lui non accolta adeguatame­nte, risultò causa della non donazione di altri quadri a Milano, la città cerca ora di far pace con questa esposizion­e curata proprio da Pietro Marani (con Alessia Alberti), con il quale Caprotti, polemizzò. La mostra sarà nella Sala dei Ducali dal 24 gennaio al 19 aprile 2020.

Le due esposizion­i consentira­nno di sviluppare anche a Milano una riflession­e sull’iconografi­a del Salvator Mundi, diffusa nelle botteghe lombarde di inizio Cinquecent­o e ora al centro del dibattito internazio­nale sul senso e valore dell’arte, nonché sui limiti delle attribuzio­ni e sul significat­o delle «copie». Il Salvator Mundi battuto dal Christie’s, e dal 2012 attribuito a Leonardo in una mostra della National Gallery che battè sul tempo quelle milanesi di Expo, è passato infatti in cinquant’anni da valere 50 sterline a 450 milione di dollari

«Nel settembre 2020 faremo una mostra al Louvre e al Castello insieme — anticipa l’assessore Filippo Del Corno — e riguarderà la scultura del Rinascimen­to». La mostra sarà curata da Francesca Tasso con il conservato­re delle sculture del Louvre, Marc Bonnard, sarà intitolata «Il corpo e l’anima. Sculture del Rinascimen­to in Italia da Donatello a Michelange­lo» e sarà un percorso di 140 opere, 80 dall’Italia. Tra le opere esposte anche il «Giovane arcier» di Michelange­lo del 1490.

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Il Salvator Mundi dell’allievo di Leonardo Salai già di proprietà di Bernardo Caprotti
L’opera Il Salvator Mundi dell’allievo di Leonardo Salai già di proprietà di Bernardo Caprotti

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