Respirare le parole di Garcia Lorca
Nuria Espert diretta da Lluis Pasqual In scena le poesie di «Romancero gitano»
Nuria Espert, Lluìs Pasqual e Garcia Lorca, chiamato confidenzialmente Federico, è un ménage a tre che funziona a meraviglia, tanto da diventare un «vizio» dice Lluìs. Prova ne siano spettacoli passati anche per Milano come la «Casa di Bernarda Alba», «Donna Rosita nubile», «Mariana Pineda». Ora da domani la 85enne grande attrice spagnola, che sotto il franchismo si è permessa di recitare Brecht e per sette edizioni diverse è stata Medea, recita col suo regista, ex assistente di Strehler e ben noto al Piccolo, la raccolta di poesie «Romancero gitano» che l’autore amava leggere in pubblico agli amici.
Garcia Lorca fu gran poeta, ma anche drammaturgo, pittore, musicista. «Questa raccolta — dice Pasqual — è come un catalizzatore di parole che racchiudono un mistero. Lo spettacolo è stato creato
Dove
Quando
Quanto nel 2018 a 120 anni dalla nascita di Lorca e intreccia nei versi romanità, cristianità, la Spagna moresca, quella ebraica, non solo l’aspetto andaluso gitano su cui spesso l’hanno rinchiuso. Attraverso le sue donne lo scrittore ha espresso i suoi sentimenti più profondi». In scena Espert «respira» le parole del poeta e appare invisibile, evocata in scena la memoria del tempo condiviso. «Per me il “Romancero” — dice l’attrice — è legato a un ricordo particolare perché i miei genitori erano carpentieri ma facevano teatro amatoriale, spingendomi in scena fin da piccola a dire le poesie nei caffè letterari e questo testo papà lo copiò in una notte, doveva restituirlo la mattina. Leggendolo, intuii che Lorca doveva diventare anche un grande drammaturgo». Qui comincia la relazione tra Nuria e Federico che ci vede negli occhi e nell’anima «scrive in modo che quando lo leggiamo ci chiediamo come faccia a sapere tutto di noi in modo così preciso».
«Io — dice il regista — quando vidi la prima volta la Espert in Yerma uscii dal teatro con la febbre a 38 e da allora abbiamo fatto insieme 9 spettacoli, cominciando dalla Fedra e compreso un Re Lear con lei in panni maschili, come poi ha fatto anche Glenda Jackson a Londra». La Espert ha fatto tre Shakespeare en travesti, anche «Amleto» e «La tempesta». «Non posso dire che il teatro per me sia un piacere, provo il senso di un’avventura pericolosa ogni sera e con Lear fu davvero qualcosa di speciale, al di là del sesso, ero un essere umano». Nello spettacolo ci sarà ovviamente musica, ma non video, sottolinea il regista, e del resto la Espert è stata anche, spinta dal marito melomane, la regista di opere liriche, le più famose da «Tosca» a «Carmen» alla «Butterfly», «ma senza averne mai davvero la passione tanto da cadere alla fine perfino in depressione». Non bastò neppure il duende dionisiaco («qualcosa che brucia ma non si consuma, qualcosa che ci arriva non attraverso l’intelligenza critica») per guarirla, neppure un’altra Medea ci volle un buon farmaco e poi i misteri che la avvolgono nelle quinte ogni sera. Ed oggi, con i tumulti catalani in piazza? «Dolore e tristezza — sono le parole di Pasqual — tanto che ormai non si sa chi è chi».