Due diaboliche zitelle
Giuliana De Sio e Isa Danieli in «Le signorine»
Isa Danieli è Rosaria, un’ottantenne dal carattere forte e dispotico, arrabbiata con il mondo. Giuliana De Sio è Addolorata, sua sorella minore o meglio la vittima, il parafulmine di ogni fobia. Due donne nubili che passano i giorni tra discussioni e vendette, sono «Le signorine» le protagoniste della dolceamara commedia di Gianni Clementi qui diretta da Pierpaolo Sepe. Uno spettacolo poetico e irriverente nato in dialetto romanesco e rielaborato in salsa napoletana da Giuliana De Sio. «Ho scelto questo testo perché fa morir dal ridere — sottolinea l’attrice — ma anche perché le relazioni disfunzionali sono all’ordine del giorno. In scena ci sono due claudicanti, due donne zoppe nel corpo e nell’anima: la più anziana Rosaria è xenofoba, vive nella paura di essere invasa dagli arabi dei fast e dai cinesi che in quel vicolo di Napoli fanno una concorrenza spietata alla loro vecchia merceria, ma ce l’ha anche con le moldave che rubano i mariti. La sorella più giovane invece è una cinquantenne che porta malissimo i suoi anni, una vecchiabambina a cui non è permesso fare quasi nulla: Rosaria per la sua psicotica avarizia le impedisce di accendere la luce, la stufa e se per caso Addolorata viene scoperta davanti alla tv a “rubare” qualche minuto di svago guardandosi una malinconica televendita, la sorella la picchia».
Una situazione folle, malata che nel secondo tempo si ribalta offrendo la possibilità di un riscatto: «io ho un incidente e divento muta — anticipa Rosaria/Danieli — la sorellina si dimostra tenera e amorevole, in verità sta solo covando la sua vendetta». Una storia dunque che qualsiasi sia il finale racconta la non-vita di due derelitte ingabbiate dalla routine, inghiottite in una casa dove il mondo esterno entra solo attraverso il pettegolezzo e qualche reality in tv.
L’occasione per riflettere su relazioni, dipendenza e solitudine, questioni presenti iefood ri come oggi: «l’incapacità di aprirsi al prossimo purtroppo è sempre più diffusa — sottolinea De Sio — a fine spettacolo sono molte “le signorine” che, a braccetto, vengono a dirci “noi siamo come voi”».
Nel testo il gioco vittimacarnefice ha per protagonista due donne: «non potrebbe essere altrimenti — afferma l’attrice — due uomini non avrebbero mai questo tipo di relazione, forse solo una coppia gay. In scena ci sarebbero due attori en travesti, come va tanto di moda oggi». Isa Danieli interviene: «qui la vicenda è vissuta da due sorelle, ma la solitudine è ovunque, in qualsiasi coppia anche la più classica lui-lei».
«Il sentirsi escluse invece è una questione che ci riguarda molto da vicino — conclude De Sio — sono molte le donne che a una certa età decidono di mettersi ai margini, non hanno più stima di sé, non si aspettano più nulla dal mondo: subiscono la pressione di una società che non le fa sentire più interessanti. E se sul lavoro con il talento ce la puoi anche fare, sul fronte sentimentale è più difficile: dipende tutto da noi, dal nostro coraggio di dimostrare che non abbiamo paura».