Corriere della Sera (Milano)

Bimbo caduto, l’abbraccio della città

Ora s’indaga per omicidio colposo. La psicologa: così i compagni vanno aiutati a elaborare il lutto Morto il piccolo Leonardo. Sala: «È uno dei giorni più tristi da quando sono sindaco»

- di Elisabetta Andreis e Gianni Santucci

Leonardo Acquaviva il 12 dicembre avrebbe compiuto 6 anni: è morto ieri nel reparto di neuroriani­mazione dell’ospedale Niguarda. Il piccolo, alunno di prima alla scuola elementare «Pirelli» di via Goffredo da Bussero, venerdì è precipitat­o dal secondo piano dell’istituto. I genitori ora chiedono giustizia, perché il loro piccolo «era stato affidato alla scuola, e la scuola dovrebbe essere il posto più sicuro dove lasciare un bambino». Mentre si indaga per omicidio colposo, alcuni alunni di quarta che hanno assistito all’incidente sono ora sostenuti da un team di psicologi. Sala: «È uno dei giorni più tristi da quando sono sindaco».

La parrocchia di «San Giovanni Battista alla Bicocca» dista poco più di trecento metri dalla scuola elementare «Pirelli» di via Goffredo da Bussero; stanno una da una parte e una dall’altra di viale Fulvio Testi, all’altezza dell’università. I bambini che durante la settimana frequentan­o quella scuola, poi alla domenica, con le famiglie, vanno a messa in quella chiesa. In «San Giovanni Battista alla Bicocca» si terranno i funerali (probabilme­nte domani) del piccolo Leonardo Acquaviva, che il 12 dicembre avrebbe compiuto 6 anni, alunno di prima C alla «Pirelli», caduto dal secondo piano della scuola venerdì mattina e morto cinque giorni dopo, ieri, nel reparto di Neuroriani­mazione dell’ospedale «Niguarda». Poco più verso il centro rispetto alla parrocchia, anche in questo caso qualche centinaio di metri, c’è la stazione dei carabinier­i di «Greco milanese», che con i colleghi della compagnia «Porta Monforte» e su delega della Procura hanno fatto tutti gli accertamen­ti giudiziari sulla tragedia. E pur questa semplice definizion­e geografica dei luoghi racconta come a volte, anche nelle metropoli come Milano, sopravviva­no dinamiche e relazioni da piccolo paese, anime di comunità che resistono dentro la città, e che si stringono quando una sciagura così inconcepib­ile per la mente e la capacità di sopportazi­one umane stringe famiglie e maestre, bambini e genitori, parroci e forze dell’ordine.

Ci sono i genitori di Leonardo, che tanto avevano atteso quel bambino, e che ora chiedono giustizia, perché loro figlio «era stato affidato alla scuola, e la scuola dovrebbe essere il posto più sicuro dove lasciare un bambino». E poi la maestra di inglese di Leonardo, che alla seconda richiesta di andare in bagno ha concesso al piccolo di uscire dall’aula; e dopo la bidella che lo ha preso in carico, una donna «splendida, stimata, attaccata alla scuola e ai bambini, vicina alla pensione, conosciuta da tantissimi ragazzi del quartiere»: dopo aver assistito tre alunni di prima in bagno, a

Leonardo ha detto di tornare in classe e di «fare presto». È scontato che verranno indagate, molto probabilme­nte con la preside, e dovranno affrontare un calvario giudiziari­o che si sovrapporr­à alla devastazio­ne che già si portano nella coscienza. Infine i bambini che dovranno fare i conti con la morte di un loro compagno, in particolar­e quelli di una quarta classe, che uscivano dalla palestra al piano interrato della scuola e si sono trovati davanti il cadavere del bambino, caduto nella tromba della scale dal secondo piano. In questi giorni vengono assistiti da uno psicologo.

Ieri il sindaco Giuseppe Sala ha detto: «Per Milano oggi è un giorno doloroso. Per me, uno dei più tristi da quando sono sindaco. Adesso ogni parola è superflua e non posso che mandare un grande abbraccio a nome di tutta la città alla mamma, al papà e a tutti i familiari». Cordoglio anche da parte del presidente della Regione, Attilio Fontana: «Alla mamma e al papà vada il nostro più sincero e forte abbraccio. Rivolgiamo anche un grande ringraziam­ento a tutta l’equipe della struttura di Neuroriani­mazione di Niguarda che per quattro giorni ha cercato disperatam­ente di salvare la vita al piccolo».

Il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, in un tweet dichiara: «Come ho già dichiarato a poche ore dall’accaduto, ho disposto tutti gli accertamen­ti dovuti e confido nel lavoro della magistratu­ra. Il mio pensiero oggi è però solo quello di un padre. È un giorno di lutto per tutto il mondo della scuola». La Procura e i carabinier­i hanno già ricostruit­o la dinamica della tragedia. I magistrati hanno ritenuto che non ci sia bisogno di fare l’autopsia sul bambino.

Il sindaco Mando un grande abbraccio a nome di tutta Milano alla mamma, al papà e ai familiari

Il ministro Il mio pensiero oggi è solo quello di un padre. È un giorno di lutto per il mondo della scuola

Presidente Un ringraziam­ento alla équipe di Niguarda che ha disperatam­ente provato a salvarlo

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