«Il Meazza? Conviene riconvertirlo»
Il Comune: più sostenibilità e minori costi
Riconvertite San Siro. Usatelo per ospitare delle funzioni urbane già presenti nel progetto, tipo gli spazi commerciali. Così non solo c’è un minor consumo di suolo ma il riadattamento del Meazza costerebbe molto meno della demolizione. Si risparmierebbero anche danni ambientali evitando che 11.300 tir pieni di detriti dello stadio girino per la città. Lo scrive nero su bianco, anche se con una prosa meno colloquiale e più burocratica, il responsabile unico del procedimento e direttore dell’Urbanistica, Giancarlo Tancredi, che sarà sentito in Commissione.
Riconvertite San Siro. Usatelo per ospitare delle funzioni urbane già presenti nel progetto, tipo gli spazi commerciali. Così non solo c’è un minor consumo di suolo ma il riadattamento del Meazza costerebbe molto meno della demolizione. Si risparmierebbero anche danni ambientali evitando che 11.300 tir pieni di detriti dello stadio girino per la città.
Lo scrive nero su bianco, anche se con una prosa meno colloquiale e più burocratica, il responsabile unico del procedimento, Giancarlo Tancredi che oggi verrà ascoltato in Commissione a conclusione della Conferenza dei servizi. E quello che fino a ieri era il parere della Sovrintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio («L’opzione della demolizione non sia da considerarsi l’unica possibile») diventa parte integrante della determina dirigenziale che dà un sì condizionato al progetto di Milan e Inter. «Emerge — scrive Tancredi che è anche direttore del settore Urbanistica — che il tema del mantenimento e/o della riconversione dello stadio attuale è senz’altro da esplorare e sviluppare, anche in funzione di alcuni elementi portanti della stessa proposta, che prevede l’insediamento di molteplici funzioni urbane e di interesse pubblico, la cui dislocazione può essere valutata anche nell’ambito dell’impianto esistente, opportunamente riadattato e valorizzato». C’è il centro commerciale, ci sono gli uffici, c’è l’albergo, c’è l’area ricreativa. Quali di queste funzioni — senza perdite eccessive di volumetrie — potrebbe essere ospitato in un San Siro «rinnovato»? Ma si potrebbe pensare anche ad altre funzioni. C’è poi l’aspetto non indifferente dei costi. «Il mantenimento dell’impianto, in questa prospettiva — continua Tancredi — potrebbe anche consentire un risparmio degli elevati costi per la demolizione (43 milioni di euro ndr), e contribuire al contenimento del consumo di suolo per l’insediamento delle funzioni urbane». Ultimo appunto: «Il mantenimento di San Siro eviterebbe le possibili conseguenze critiche e di complessa gestione dell’imponente demolizione e smaltimento dei materiali. Sotto questo aspetto è peraltro di particolare criticità la movimentazione di centinaia di mezzi pesanti e l’impatto ambientale che ne deriverà a livello locale». Insomma, due stadi, uno vicino all’altro.
C’è anche un altro aspetto sottolineato dal Rup: la procedura seguita dalle due squadre, ossia la legge sugli stadi che prevede un indice volumetrico doppio rispetto al Pgt. A sollevare il tema non è solo il Comune ma anche la Regione: «Nel caso di dichiarazione di pubblico interesse si renderà opportuno valutare se la procedura proposta sia quella più appropriata o se non sia maggiormente in linea con l’interesse pubblico e l’efficacia del procedimento un percorso differente, quale a esempio un accordo di programma».
In pratica Tancredi dice due sì e un no. I sì riguardano la costruzione di uno stadio di nuova generazione, multifunzionale e la realizzazione di un nuovo quartiere che «coglie la potenziale valenza di rigenerazione attribuita all’ambito circostante lo stadio». Il no è tutto per la demolizione di San Siro. Il Comune ha già richiesto alla Sovrintendenza la verifica di interesse culturale per il Meazza. A sua volta la sovrintendente Antonella Ranaldi stilerà un parere che poi sottoporrà alla Direzione generale del ministero dei beni culturali. Due le possibilità: non viene riconosciuto il valore storico dello stadio e non viene apposto nessun tipo di vincolo. Al contrario, il ministero riconosce il valore di San Siro e vincola l’intero stadio o una parte. Se si dovesse arrivare a quel punto Milan e Inter dovranno prendere la loro decisione. Due stadi vicini, oppure trasloco a Sesto nell’ex area Falk.
Il parere tecnico Secondo il direttore del settore Urbanistica l’impianto va «adattato e valorizzato»