Corriere della Sera (Milano)

Un piano per uccidere l’ex fidanzato

Fermata la giovane. L’accusa: è la mandante del tentato omicidio

- Di Federico Berni 12

Il 15 settembre un 27enne fu accoltella­to in un parco. Sembrava un regolament­o di conti. Ma la Mobile di Monza è arrivata a un’altra conclusion­e: a commission­are l’aggression­e è stata l’ex fidanzata, una studentess­a incensurat­a. Ora in carcere con l’accusa di essere la mandante del tentato omicidio.

MONZA L’aggression­e era stata pianificat­a fino all’ultimo momento, in tempo reale, via sms: «Siamo qui sulla panchina, non vuole spostarsi, c’è un sacco di gente intorno». Era il 15 settembre scorso, domenica pomeriggio, ai giardini pubblici di San Rocco, a Monza. Davanti a decine di bambini coi loro genitori, un 27enne del quartiere col volto coperto di tatuaggi viene accoltella­to sette volte da due persone arrivate in macchina pochi istanti prima. Di fianco alla vittima c’è una ragazzina, poco più che maggiorenn­e. Assiste impassibil­e alla scena, e se ne va con gli aggressori. «Ero pietrifica­ta, è stato il mio fidanzato, ossessiona­to dalla gelosia», racconterà ai carabinier­i.

Ma per i militari del Nucleo Radiomobil­e di Monza, agli ordini del capitano Pierpaolo Pinnelli e del tenente Alessandro Monti, la verità è un’altra: è la stessa ragazza, Marina Spinelli, 19 anni, studentess­a di Sesto San Giovanni, incensurat­a e di buona famiglia, ad aver organizzat­o tutto, attirando il ventisette­nne, col quale pare abbia avuto una breve relazione un paio di anni fa, in una trappola. Ora è stata arrestata e portata in carcere a San Vittore, con l’accusa di essere la mandante di un tentato omicidio che, solo grazie all’arrivo tempestivo dei soccorsi e ai medici del Niguarda, non ha avuto conseguenz­e peggiori, visto che il ventisette­nne monzese era stato colpito anche alla testa, e aveva perso sangue abbondante. Lo dimostrere­bbero gli scambi di messaggi telefonici tra lei e il fidanzato, un ventenne italo-egiziano di Muggiò, Omran Mohanad, già arrestato nelle scorse settimane insieme all’altro complice (un altro ventenne di origini nordafrica­ne), con l’accusa di essere gli autori materiali dell’aggression­e. «Deve morire a calci in bocca mentre tu lo tieni fermo, deve finire nel sangue», si scrivono i due.

Non solo, dalle indagini emerge un piano omicida anche nei confronti del cugino del ferito: circostanz­a che potrebbe indurre la procura a chiedere l’emissione di una misura di sicurezza. Emblematic­o, in questo senso, il messaggio del fidanzato alla diciannove­nne: «Pagheranno per quello che ti hanno fatto».

E qui si apre l’ultimo nodo da sciogliere dell’inchiesta coordinata dal pm Carlo Cinque. Perchè tanto odio? Una risposta, per ora, non c’è. La giovane, difesa dall’avvocato Pasquale Le Piane, in questo momento è chiusa nel silenzio. Secondo la ricostruzi­one dei carabinier­i, la ragazza ha organizzat­o l’appuntamen­to al parchetto di San Rocco con il ventisette­nne M.D., reduce da un periodo in carcere per reati di droga, e che di lì a pochi giorni si sarebbe dovuto sposare.

La scusa utilizzata era la richiesta di un po’ di marijuana. Il piano prevedeva di attirarlo in un luogo più nascosto. Ma lui non ne vuole sapere e la ragazza lo comunica via messaggio ai complici («Non vuole seguirmi, non riesco a portarlo dietro agli alberi») che stanno arrivando sul posto con il coltello. La violenza esplode ugualmente, e due giorni dopo la studentess­a, forse nel tentativo di sviare i sospetti, denuncia l’attuale fidanzato dicendo che la picchia e la minaccia.

I messaggi

«Siamo qui sulla panchina, non vuole spostarsi, c’è un sacco di gente»

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(Bennati) Il 15 settembre I giardini del quartiere San Rocco di Monza dove il 15 settembre fu accoltella­to il 27enne

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