L’agguato nello studio e l’uomo del mistero: «Chi lo conosce chiami»
Aggressione all’avvocato Paola Marioni, la polizia diffonde un video: se lo riconoscete, chiamate
S’ignora quale ruolo abbia avuto nel mistero di Porta Romana, il tentato omicidio dell’avvocato Paola Marioni. Ma quest’uomo, la cui immagine è stata diffusa dalla polizia, camminava in quei precisi istanti nella via dell’agguato. La Questura: «Chiunque lo riconosca, ci chiami subito».
Il mistero nel mistero di Porta Romana ha un nuovo protagonista. Introvabile. Un uomo con un cappello di colore grigio, occhiali da vista (montatura nera), una maglietta di colore blu scuro, pantaloni di colore bianco, scarpe sportive di colore blu (suola bianca) e uno zaino di colore blu modello sacca. Quest’uomo, che la squadra Mobile sta ricercando perché probabilmente collegato, s’ignora con quale ruolo, al tentato omicidio dell’avvocato Paola Marioni, cammina incrociando una telecamera che lo riprende, e da corso di Porta Romana entra in via Sito dei Pellegrini. Pochi minuti dopo, il medesimo soggetto, passando sotto una seconda telecamera, si allontana dalla zona dell’agguato, che era avvenuto proprio in via Sito dei Pellegrini, nel seminterrato dove il legale ha lo studio, con un’arma bianca, forse un coltello, e che aveva provocato alla 59enne gravi ferite a spalla, torace e addome.
L’orario di questi frame risale alle 18.45 del 20 luglio del 2017 ed è perfettamente sovrapponibile all’orario dell’attacco contro l’avvocato da parte di un uomo, il quale aveva urlato «così impari per la prossima volta» ed era scappato. Due anni abbondanti di indagini senza esito, iniziate dall’allora capo della squadra Mobile Lorenzo Bucossi e ora gestite dal suo successore appena insediato, Marco Calì, sono una lunghissima fase investigativa, che sovente conduce all’archiviazione del caso. Adesso, su decisione della Procura, ecco la mossa. Qualcuno dirà una mossa disperata, sempre che naturalmente non nasconda mirate strategie investigative magari già a uno stadio avanzato. Resta comunque l’immagine di quest’uomo e l’appello a chiunque di fornire indicazioni qualora lo riconosca o pensi di dare un contributo. Per comunicazioni agli agenti, c’è anche un apposito numero di cellulare: il 345.6106426.
In considerazione della frase dell’aggressore e dell’occupazione della donna, gli investigatori avevano a maggior ragione da subito seguito le piste di un movente personale e di una questione legata al lavoro, motivo per il quale i poliziotti avevano esaminato i fascicoli di Marioni, alla ricerca di eventuali clienti insoddisfatti per l’esito di un processo. Zero risultati. I rilievi della polizia scientifica non avevano consentito di isolare impronte presenti negli archivi delle forze dell’ordine. L’arma non è mai stata rinvenuta: l’uomo, che nelle intenzioni voleva ammazzare l’avvocato, l’aveva portata via. Non c’è ovviamente una risposta alla domanda su chi possa essere il soggetto delle telecamere, altrimenti, abbia a che fare o meno con l’agguato, saremmo qui a scrivere di un arresto. Pare comunque un dato oggettivo, ripetono alla squadra Mobile, il fatto che non può essere un individuo «esterno» alla scena del crimine, in quanto, se non è stato lui ad assalire il legale, mentre camminava per forza di cose ha «visto» qualcuno. Una delle debolezze iniziali della geografia è stata legata alla presenza delle telecamere, non numerose e non posizionate in punti chiave. L’aggressore, si dice in Questura, è stato terribilmente abile oppure ancor più fortunato.
L’agguato
Il 20 luglio 2017, con un’arma bianca, aveva provocato alla 59enne gravi ferite