«Una fiaccolata e la scuola chiusa per l’addio a Leo»
Altro sopralluogo dei pm. Domani i funerali
I funerali del piccolo Leonardo Acquaviva, morto dopo essere precipitato dal secondo piano della scuola «Pirelli», si terrano domani: i genitori dei compagni di classe stanno organizzando una fiaccolata. «Poteva capitare a chiunque di noi», dicono. I pm preparano un nuovo sopralluogo.
Suona la campanella, si spalancano le porte delle aule, ma i bambini della elementare «Pirelli» scendono le scale meno veloci del solito. In alto, al secondo piano, c’è ancora il nastro con cui i carabinieri hanno isolato la porzione di balaustra da cui il piccolo Leonardo si è sporto. Sotto, nel seminterrato dove è caduto, è tutto buio: la palestra, che ha lì l’ingresso, in questi due giorni è rimasta chiusa. Al piano terra, qualcuno ha posato un mazzo di fiori. Fuori, sulla strada, si affollano i genitori: hanno chiesto un permesso in ufficio per stare vicini ai figli. Hanno seguito i consigli della psicologa chiamata dalla dirigente, ormai quasi tutti hanno raccontato ai piccoli quello che è accaduto. «Mia figlia è in terza, aveva parlato con qualcuno di quarta che ha visto la scena, mi ha fatto domande. Le ho detto che Leo è diventato un angelo, ma nel farlo sono scoppiata a piangere, mi ha quasi consolato lei». È così che la comunità di via Goffredo da Bussero affronta la morte del piccolo alunno.
La scuola sta valutando di restare chiusa domani; il funerale si terrà alle 14.45, nella chiesa di «San Giovanni Battista alla Bicocca». Poi il piccolo verrà cremato. Un gruppo di genitori sta cercando di organizzare una fiaccolata per la sera. «Poteva capitare a chiunque di noi. Siamo tutti nella stessa barca. Dobbiamo recuperare fiducia nella scuola che non ha alcuna colpa, per continuare a vivere sereni, dobbiamo credere che sia stata una incredibile fatalità», considera un papà. «La mia figlia maggiore è in terza, l’altra nella prima vicina alla classe dove è successo. Se in futuro ci sarà l’opportunità, vorrei poter assicurare che siamo pronti a star vicini alla famiglia di Leo, con i nostri bambini», aggiunge una mamma. Leonardo Acquaviva è ca
Le strutture Il nostro edificio è pieno di angoli “invisibili”, muri che chiudono la visuale dai bagni sulle aule
L’ascolto Dobbiamo provare a costruire un’alleanza educativa senza farci schiacciare dal senso di impotenza e di colpa
duto nella tromba delle scale venerdì scorso, avvicinando alla ringhiera del secondo piano la sedia a rotelle della bidella, dopo essere uscito dal bagno in cui la collaboratrice si era trattenuta per seguire altri due bambini. La Procura sta continuando gli approfondimenti, con il pm Letizia Mocciaro e l’aggiunto Tiziana Siciliano.
I carabinieri della stazione «Greco milanese» e della compagnia «Porta Monforte» hanno ricostruito la dinamica dell’incidente incrociando rilievi, testimonianze, tempi. I magistrati organizzeranno un nuovo sopralluogo nella scuola e risentiranno alcuni testimoni. L’obiettivo è fare una sorta di lettura incrociata tra la sequenza degli eventi e i regolamenti interni e generali sulle procedure di vigilanza sui bambini. La Procura, oltre i ruoli delle persone direttamente coinvolte (le due maestre e la bidella), valuterà anche profili più ampi: l’adeguatezza degli organici per assicurare la sorveglianza e la scelta di tenere le prime classi al piano più alto.
Il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, ieri a Milano, rifletteva: «Quando tragedie del genere accadono in un contesto sotto finanziato per troppo tempo, con strutture non sempre a norma, insegnanti che hanno troppi studenti e personale spesso insufficiente, non si può fare a meno di pensare che si sarebbero potute evitare». E ancora: «Essere oggi un dirigente scolastico o un docente espone le persone a responsabilità che non sono accettabili». Il sindaco Beppe Sala non proclamerà il lutto cittadino: «Mi pare di capire che la famiglia preferisca un atteggiamento più riservato».