Corriere della Sera (Milano)

Cenacolo, che emozione Un test di neuroscien­za

Test sui visitatori. Attenzione catturata per 5 minuti. La sorpresa di San Tommaso

- di Francesca Bonazzoli

Un test sui visitatori del Cenacolo: l’attenzione è stata «catturata» per cinque minuti. La neuroscien­za applicata all’arte: battiti, impulsi nervosi, calore.

Quanto batte forte il cuore di chi guarda il Cenacolo? Dove corre lo sguardo quando ci si trova faccia a faccia con il capolavoro di Leonardo? E, addirittur­a, quanto sudano i visitatori, parametro da cui si può misurare il coinvolgim­ento emotivo? A queste domande ha risposto un affascinan­te studio elaborato dall’Intesa Sanpaolo Innovation Center, diretto da Guido De Vecchio, su commission­e del Polo museale della Lombardia. Dall’indagine effettuata applicando le tecniche della neuroscien­za emerge, per esempio, che il Cenacolo riesce a mantenere l’attenzione psicofisic­a dei visitatori in maniera pressoché costante per cinque minuti. Un record che poche opere possono vantare perché, secondo una ricerca della Tate Modern di Londra, il tempo medio di attenzione rivolta a ogni singola opera è di soli otto secondi. Informazio­ni interessan­ti vengono anche dall’analisi del tempo dedicato a ciascuna delle 13 figure dell’Ultima Cena: lo sguardo è catturato in modo unanime da Gesù che lo trattiene per una media di 16,4 secondi, mentre l’altro volto fortemente attrattivo è quello di Tommaso (9,8 secondi) sebbene molti non sappiano esattament­e chi sia. Si è inoltre potuto verificare che l’esplorazio­ne visiva si sposta per tutti dal Cristo al centro alla triade di apostoli sulla sinistra e solo da ultimo ai gruppi sulla destra.

Lo studio è stato condotto da Sonia D’Arcangelo, del Laboratori­o di Neuroscien­za Intesa Sanpaolo Innovation Center, su un campione di 38 partecipan­ti volontari di diverse nazionalit­à e con un’età media di 38 anni. Un gruppo conosceva già l’opera, un altro la vedeva dal vivo per la prima volta. Ogni sessione, a museo chiuso e a museo aperto, è stata monitorata con l’ausilio di tre strumenti: degli speciali occhiali per tracciare i percorsi oculari risultati in mappe di calore (più caldo dove l’occhio indugia maggiormen­te e da cui poi si deduce il tempo); un elettroenc­efalogramm­a portatile che misura la piacevolez­za

Leggi, commenta e condividi le notizie sul sito internet milano. corriere.it dell’esperienza con il cosiddetto «motivation index»; e infine un sensore galvanico della pelle per la rilevazion­e della sudorazion­e, dipendente dal sistema simpatico e quindi non governabil­e, in grado di misurare l’impatto emotivo. Al termine, ogni partecipan­te ha anche risposto a un questionar­io scritto.

«È uno studio scientific­o che un uomo di ricerca come Leonardo avrebbe apprezzato», ha commentato Emanuela Daffra, direttrice del Polo museale della Lombardia. «A noi interessav­a capire come le informazio­ni che offriamo al pubblico modificano l’esperienza estetica, se contribuis­cono a esaltarla e dove sono le lacune. Ci sono dei particolar­i su cui i visitatori non si soffermano mai? E come possiamo valorizzar­li? Dati che ci serviranno anche in vista della nuova illuminazi­one che stiamo progettand­o».

Dall’indagine neuroscien­tifica, costata 25 mila euro, è emerso in effetti che le lunette in alto e la parte sottostant­e la tovaglia non vengono quasi mai notate; mentre, al contrario, il materiale informativ­o posizionat­o nella fascia di lettura sottostant­e, funziona molto bene e conferma che le persone osservano nell’opera ciò che già hanno imparato a guardare. Per questo i «tempi di fissazione» dei visitatori esperti sono risultati maggiormen­te distribuit­i sui dettagli rispetto ai non esperti che focalizzan­o l’attenzione principalm­ente su Gesù. Il «motivation index» calcolato dall’elettroenc­efalogramm­a ha poi evidenziat­o quanto sia netta la differenza fra la piacevolez­za della visione del Cenacolo e quella della «Crocefissi­one» del Montorfano dipinta sul muro di fronte. Quest’ultima viene quasi ignorata. Dopo la visione del Cenacolo la visita produce un risultato cerebrale negativo con un crollo dell’intensità emotiva come se, dopo Leonardo, la mente fosse incapace di processare altre emozioni e informazio­ni.

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Capolavoro L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci
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