Corriere della Sera (Milano)

Vismara e le altre botteghe A Monza i negozi storici chiudono uno dopo l’altro

La cartoleria fondata nel 1909: nessuno ha raccolto l’eredità

- Di Rosella Redaelli e Riccardo Rosa

MONZA Autunno nero per il commercio monzese. Tre negozi storici stanno per abbassare le saracinesc­he. Per sempre. Il più antico è la cartoleria Vismara di via dei Mille, 110 anni di storia tra carta, scatole, faldoni e ricordi di scuola. «Una decisione sofferta, ma inevitabil­e — spiega Cristina Ricci, la titolare che per trent’anni ha portato avanti la tradizione di famiglia —. Il 9 novembre finisce questa bella storia monzese». Come raccontato un anno fa dal Corriere, Ricci ha trascorso questi dodici mesi alla ricerca di qualcuno che potesse raccoglier­e il suo testimone «con forze ed idee nuove», ma non si è fatto avanti nessuno. «Avrei tanto voluto che restasse una cartoleria — dice — o almeno un negozio che conservass­e le scaffalatu­re di noce che hanno caratteriz­zato questo luogo dal 1908 ». In questi giorni i clienti di una vita passano a salutare. Qui dicono di ritrovare il profumo dell’infanzia e di un tempo passato. Qualcuno ricorda di aver scelto tra quegli scaffali di noce che finiranno sul mercato antiquario, la prima cartella. Ad aprire il punto vendita di via dei Mille era stato Peppino Vismara, noto industrial­e monzese proprietar­io della cartiera di San Cesareo.

In questi ultimi giorni di apertura, durante le operazioni di sgombero, da alcuni vecchi scatoloni sono emersi quaderni vecchi di 70 anni. Quaderni intonsi, che per distrazion­e sono rimasti in fondo alla scatola per tutto questo tempo e che adesso sono stati esposti in vetrina, veri e propri cimeli di un tempo ormai andato.

Vismara, tuttavia, non sarà l’unico negozio storico di Monza a chiudere. Sempre in centro città entro la fine dell’anno spegnerà le luci Handicraft, vero e proprio atelier di tappeti aperto nel 1978. «Purtroppo — spiega la titolare, Egidia Cazzanga —, in tutti questi ultimi anni è cambiato il modo di vivere la casa e il tappeto non ha più la funzione che aveva una volta». Handicraft non è stato un semplice negozio di tappeti, ma un precursore dei concept store, che vendeva anche mobili etnici e capi di abbigliame­nto.

A pesare sulle casse dell’attività è stata anche la chiusura, poco più di un anno fa, del ponte Colombo, che ha finito per isolare e penalizzar­e tutti gli esercizi della zona.

Fra le chiusure imminenti di negozi che hanno fatto la storia del commercio di Monza

ce ne è una terza. Si tratta della merceria Fili Folli di via Bergamo, un negozio nato quasi 40 anni fa quando la via non era il cuore della movida monzese, ma una delle strade a più alta densità di negozi e botteghe artigiane della città. «Ho deciso di chiudere per motivi familiari — commenta la titolare, Pierangela Colzani —. Mio marito ha avuto una brutta malattia e siccome è arrivato il momento di andare in pensione, ho deciso di dedicarmi completame­nte alla famiglia».

La titolare

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