Ponte crollato «In cinque a processo»
Lecco, ecco le accuse per funzionari pubblici e consulenti
Omicidio e disastro colposo, lesioni, crollo di costruzioni. Con l’aggravante della cooperazione colposa. Sono queste le ipotesi di reato con cui la procura di Lecco ha chiesto il rinvio a giudizio per 5 dei 6 indagati per il crollo del ponte di Annone Brianza.
Omicidio e disastro colposo, lesioni, crollo di costruzioni. Con l’aggravante della cooperazione colposa. Con queste ipotesi di reato la Procura di Lecco ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque dei sei indagati per il crollo del ponte di Annone Brianza, a scavalco della superstrada 36 che collega Milano alla Valtellina, avvenuto il 28 ottobre 2016. A perdere la vita Claudio Bertini, 68 anni. Stava tornando a casa a Civate. La sua auto è rimasta schiacciata dal cavalcavia che ha ceduto sotto il peso di un tir di 108 tonnellate. Cinque le persone ferite, tra cui una famiglia con una ragazzina di 12 anni. In queste ore, a pochi giorni dal terzo anniversario della tragedia, il sostituto procuratore Andrea Figoni, che ha ereditato il fascicolo dalla collega Cinzia Citterio, trasferita a Monza, dopo che l’inchiesta era stata originariamente aperta dal pubblico ministero Nicola Preteroti, e il procuratore capo Antonio Chiappani, hanno firmato congiuntamente la richiesta al giudice dell’udienza preliminare, che ora dovrà fissare la data per la discussione del rinvio a giudizio.
Davanti al Gup compariranno Angelo Valsecchi e Andrea Sesana, rispettivamente dirigente e tecnico del settore viabilità della Provincia di Lecco, Giovanni Salvatore, capo del centro manutenzioni Anas per la Lombardia, Silvia Garbelli, responsabile dell’ufficio pianificazione e grandi infrastrutture della Provincia di Bergamo e l’ingegnere Roberto Torresan, professionista di Busto Arsizio, che aveva effettuato studi per la manutenzione dei ponti per conto dell’Ente strade e nel maggio del 2015 aveva presentato una relazione con la quale certificava che il viadotto di Annone non presentava problemi statici. Stralciata la posizione di Eugenio Ferraris, iscritto solo in un secondo momento nel registro degli indagati: per lui la Procura ha chiesto l’archiviazione, in quanto il dirigente del settore infrastrutture della Provincia di Bergamo, non avrebbe firmato materialmente le autorizzazioni per il transito sul ponte del trasporto eccezionale della ditta Nicoli di Albino, come dimostrato dal suo legale dopo l’avviso di conclusione delle indagini lo scorso gennaio.
«Un’indagine estremamente complessa, anche dal punto di vista tecnico. C’è voluto un anno solo per l’elaborazione della perizia da parte del consulente Marco Di Prisco, mentre nel frattempo si sono succeduti tre pubblici ministeri. Creare legami di interconnessione non è stato semplice, ma alla fine siamo riusciti a ricostruire la serie di omissioni, e a nostro parere le responsabilità, che hanno portato al crollo», spiega il Procuratore Capo di Lecco, Antonio Chiappani, che sottolinea lo sconcerto per il fatto che la famiglia della vittima non sia stata ancora risarcita dalle assicurazioni di Provincia ed Anas. Augusta Brusadelli, la vedova di Claudio Bertini, lo scorso primo luglio in occasione dell’inaugurazione del ricostruito ponte di Annone Brianza aveva affidato le sue parole al governatore Attilio Fontana. «Ancora attende i risarcimenti, ma soprattutto di sapere chi siano i colpevoli», aveva detto il presidente di Regione Lombardia in quella occasione.