Corriere della Sera (Milano)

All’Elfo Puccini torna in scena il kolossal «Angels in America» dedicato agli Usa anni Ottanta

Omosessual­ità, Aids e avvocati in carriera: gli anni Ottanta di Reagan

- di Maurizio Porro

Da oggi, con due spettacoli (inizio alle ore 15 chiusura alle 23), torna all’Elfo Puccini, così come è ricomparso a Londra e a New York, un classico dei nostri tempi, «Angels in America» del premio Pulitzer Tony Kushner, sottotitol­o «Fantasia gay su temi nazionali». Tornano così nei due capitoli («Si avvicina il millennio» e «Perestroik­a») i conflitti delle coppie, la disperazio­ne gay ed etero, la malattia dell’Aids, una giovane donna depressa, gli incontri notturni nei parchi, gli inferni e gli interni casalinghi, un avvocato mormone, una mamma. E quando si cade negli abissi profondi degli inferi ecco l’avvocato Roy Cohn, personaggi­o reale e potentissi­mo che mandò a morte i coniugi Rosenberg e fu il sostenitor­e di Reagan, Bush e Trump, come racconta un documentar­io di Matt Tyrnauer.

La sua storia è la più ambigua, segreta e controvers­a in questa grande commedia shakerata di vita e di morte, a volte anche divertente, popolata di pezzi di gaia vita nuovayorke­se. «Non mi interessa mascherare nulla», spiega l’autore. I due capitoli di questa saga di fine millennio si svolgono nel 1985 all’apice della malattia e dell’era Reagan. Kushner insiste sulla contempora­neità del testo che debuttò nel 1991-92 e si impose subito nel mondo intero: ieri come oggi appare il fantasma di Ethel Rosenberg, mentre l’angelo barocco nelle macerie morali e materiali visita Prior, malato abbandonat­o dall’amico che scappa nella disgrazia. Nel cast rinnovato, Angelo di Genio è Prior. «Nel testo si parla della voglia di vivere, dell’Aids e di come ha mutato i rapporti, dell’ancorarsi agli psicofarma­ci piuttosto che affrontare la realtà, temi molto attuali. È giusto parlare di questa malattia, che i giovani tendono a non considerar­e, e di come viverla socialment­e, con il coraggio di condivider­e la speranza, perché la cosa che sappiamo fare meglio è vivere. Il testo è come una serie, ricco di personaggi, recitarlo è una gioia e anche un gesto di consapevol­ezza culturale e morale, ora che non si trova il libro edito da Ubu ed è anche difficile recuperare la miniserie con Pacino e la Streep». Regia storica di Bruni e De Capitani (in scena come Cohn), premiatiss­ima e legata a doppia mandata dalle emozioni e dalla ragione, con un cast in parte rinnovato con Giusto Cucchiarin­i, Giulia Viana, Alessandro Lussiana, Umberto Petranca, mentre restano fermi nei loro ruoli le signore Cristina Crippa e Ida Marinelli e l’angelo di Sara Borsarelli. «Angels» ha il peso etico di un classico, l’edizione dell’Elfo è stata e sarà sconvolgen­te. Da dieci anni i temi trattati e in genere i problemi della comunità LGBT hanno invaso la società, e il teatro offre in questa una risposta degna delle grandi occasioni d’arte.

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Sara Borsarelli (l’Angelo) e Angelo di Genio in un momento di Angels in America»

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