Citino: coordino i punti di ristoro, servono qualità e velocità
Pronti per un viaggio gourmet? Lo scalo milanese riapre al pubblico per tornare a volare e a mangiare. Anche bene. Michelangelo Citino, infatti, a capo della cucina del ristorante Michelangelo, a giugno ha conquistato il titolo di Best airport chef of the year ai Fab Awards 2019, evento internazionale dedicato al mondo del Food&Beverage negli aeroporti. «Che sorpresa e che soddisfazione — commenta — sono stato il primo chef al mondo al vincere questo premio, una novità dell’edizione di quest’anno dei FAB. Non me lo aspettavo...». Anche perché la concorrenza era davvero agguerrita: tra i finalisti Guy Martin, chef tre stelle Michelin, così come Heinz Beck e Gordon Ramsey, che nel corso della sua carriera ha collezionato 17 stelle.
Michelangelo Citino, classe 1972, ha iniziato la sua formazione nelle cucine milanesi di Gualtiero Marchesi, per poi approdare da Davide Oldani e da Alain Ducasse al Louis XV di Montecarlo. Dal 2013 lavora a Linate: «Credo di avere vinto non solo per il ristorante ma per tutto quello che faccio a livello aziendale: sono responsabile della proposta food dell’aeroporto firmata dal gruppo MyChef, seguo i punti ristoro, una quindicina, i format nuovi». Anche quelli che inaugurano in occasione della riapertura in corso: la boutique «golosa» di Roberto Rinaldini, pluricampione del mondo nell’arte della pasticceria, e una pizzeria: «Mi occupo anche della formazione del personale».
Ma il fiore all’occhiello resta il ristorante Michelangelo: situato alle partenze, oltre i controlli, si affaccia proprio sulle piste. < I clienti in partenza, infatti, spesso vanno di fretta: «Tanti mi dicono: ho dieci minuti, cosa mi proponi? Per questo abbiamo anche i “Time menu” per mangiare in dieci o 15 minuti». Tra i piatti più richiesti la costoletta alla milanese, così come i risotti di ogni genere. «Nel menu abbiamo grandi classici, come lo spaghetto al pomodoro — prosegue Michelangelo —. E poi proposte gourmet con piatti che guardano sempre alla tradizione italiana ma con un pizzico di creatività». Per esempio, la carbonara rivisitata, servita con crema all’uovo, guanciale, tartufo bianco. Il ristorante è frequentato al 50 per cento da italiani e al 50 per cento da stranieri, soprattutto inglesi, tedeschi, francesi: «Abbiamo tanti clienti abituali. Per esempio, una famiglia francese che viene in vacanza ogni anno in Italia e che per tornare a casa parte sempre da Linate: l’ultima tappa è immancabilmente il nostro ristorante!». I clienti sono soprattutto viaggiatori, all’80 per cento, ma non solo. C’è anche chi non deve partire. «E desidera trascorrere una serata diversa dal solito: l’aeroporto — racconta —, comunque, ha sempre il suo fascino. Prenotano dai noi compagnie di amici, coppiette per una cena romantica: basta fare dei permessi per passare i controlli, perché siamo oltre i filtri di sicurezza».