Renzo Burini, un’ala destra per gli svedesi
Erano passati 44 anni dall’ultimo titolo nazionale vinto dal Milan. E a riportare lo scudetto tricolore sulle maglie rossonere, nella stagione 1950-51, contribuì anche Renzo Burini di Palmanova (Udine) scomparso venerdì all’età di 92 anni. Era l’ala destra (capace di svariare anche a sinistra) che con le sue scorrerie rendeva ancora più micidiale il gioco incentrato sul trio svedese Gre-No-Li, composto dagli assoluti fuoriclasse Gunnar Gren, Gunnar Nordahl e Nils Leidholm. L’anno prima, il 5 febbraio 1950, Burini era stato tra i marcatori della clamorosa vittoria per 7-1 strappata da quel Milan formidabile sul campo della Juventus. Nato il 10 ottobre 1927, figlio di una guardia carceraria, Renzo era approdato nel ‘47, appena ventenne, in un Milan che cercava il rilancio, dopo anni grigi, un po’ come l’Italia che si avviava alla ricostruzione postbellica. Le sue specialità erano il dribbling secco e il tiro in diagonale: nei suoi sei anni in rossonero segnò 87 reti. Passò alla Lazio nel 1953 e fece la sua parte nella conquista della prima Coppa Italia vinta dai biancocelesti nel 1958. La sua ultima comparsa sul campo di San Siro l’aveva fatta poco tempo fa in un prepartita assieme a Daniele Massaro, che gli aveva consegnato la maglia rossonera numero 7 con il suo nome. Il giusto omaggio a un atleta che, quella maglia così amata dai tifosi, l’aveva sempre onorata.