Corriere della Sera (Milano)

Picchia bimbo Poi accusa un compagno

In manette un 24enne: costringev­a il piccolo a mentire

- di Barbara Gerosa

In un paesino alle porte di Tirano, in provincia di Sondrio, un uomo di 24 anni è finito in manette perché picchiava il figlio di 7 anni della compagna. Che quando dopo un paio di settimane, lo scorso 16 ottobre, è tornata a casa e ha trovato nuovamente il figlio in lacrime ha iniziato a nutrire i primi sospetti, dopo avergli sempre creduto in passato. La donna, che conviveva con il ventiquatt­renne valtelline­se da poco più di un mese, lasciava il figlio alle sue cure quando andava al lavoro. Lui aveva convinto il piccolo a incolpare un compagno di classe.

SONDRIO Era già successo. Il patrigno lo aveva già picchiato. «È caduto in casa, stava andando sulla moto giocattolo e si è fatto male», si era giustifica­to in quell’occasione l’uomo, compagno della mamma di un bimbo di soli sette anni, affidato alle sue cure quando la donna, cameriera in un albergo in Svizzera, era lontano per lavoro. Lei gli aveva creduto, convinta anche dalle parole del piccolo che aveva confermato come i lividi che portava sul corpo e sul volto fossero i segni di un incidente domestico. Ma quando dopo un paio di settimane, lo scorso 16 ottobre, è tornata a casa e ha trovato nuovamente il figlio in lacrime ha iniziato a nutrire i primi sospetti. Ematomi sul viso, le braccia, le gambe, sotto choc, incapace quasi di parlare, tranne quelle poche parole sussurrate tremando: «È stato il mio vicino di banco. Mi ha picchiato mentre eravamo in cortile durante la ricreazion­e». La versione imparata a memoria sotto le minacce del «patrigno» che nel pomeriggio, infastidit­o dal bimbo, lo aveva ripetutame­nte percosso usando anche un grosso tagliere di legno. Poi la corsa in ospedale, il ricovero per oltre una settimana e finalmente la verità. Nessuna lite in classe, bullismo o screzi tra bambini. A riempirlo di botte, questa volta come in altre occasioni, era stato il compagno della donna, un 24enne valtelline­se, con piccoli precedenti penali per furti e droga, arrestato lunedì pomeriggio dalla Squadra mobile della Questura di Sondrio, con l’accusa di maltrattam­enti e lesioni aggravate. L’orrore in un paesino alle porte di Tirano, in alta Valtellina. La gravità delle ferite, refertate con venti giorni di prognosi, l’addome e il volto pieno di lividi e contusioni, gli ematomi recenti, ma anche quelli passati ancora ben visibili, hanno insospetti­to il medico che ha saputo cogliere i segni della violenza domestica. A fargli così male non poteva potesse essere stato un coetaneo, ma solo le mani di un adulto che si era accanito sul piccolo.

La segnalazio­ne alla Questura ha fatto scattare le indagini che il 24enne ha cercato di depistare presentand­o denuncia ai carabinier­i di Tirano contro il compagno di classe del piccolo per la presunta aggression­e, e l’insegnante, per omessa vigilanza. «Gli accertamen­ti sono stati celeri e si sono concentrat­i inizialmen­te sulla scuola, ma questa ipotesi è stata quasi immediatam­ente scartata — spiega il procurator­e capo di Sondrio Claudio Gittardi —. Nel frattempo la mamma, insieme agli inquirenti, è riuscita a squarciare il muro di silenzio del figlio e a raccoglier­ne le confidenze, poi ribadite in audizione protetta. Ha compreso che il vero colpevole era il fidanzato: a quel punto noi avevamo già in mano tutti gli elementi per chiedere l’applicazio­ne della misura cautelare nei confronti dell’uomo con cui la donna viveva da poco più di un mese».

Il valtelline­se, ora in carcere a Sondrio, è indagato anche per calunnia aggravata nei confronti dell’insegnante e dell’alunno di seconda elementare additato come colpevole, risultati totalmente estranei alla vicenda.

Quando gli agenti, aiutati nelle indagini dal personale della Polizia di Frontiera di Tirano, sono andati a prenderlo, è rimasto in silenzio, quasi si aspettasse che il castello di bugie, costruito sulle minacce, a cui aveva costretto il bimbo sarebbe alla fine crollato.

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