Dal chilo di coca ai borsoni, l’educazione criminale del tabaccaio
Nove fermi tra Comasina, Bruzzano e Quarto Oggiaro. Consegne e pagamenti in contanti, ricostruita la filiera
Ci sono storie di educazione criminale raccontate giorno per giorno nell’inchiesta appena chiusa dalla Squadra mobile con nove arresti per le piazze di spaccio tra Comasina, Bruzzano e Quarto Oggiaro. C’è ad esempio il romanzo di malavita del tabaccaio Antonio Mazzitelli, 34 anni, sorridente titolare di una tabaccheria a Senago. La sua storia la racconta Laurence Rossi, 42 anni, trafficante, arrestato nel 2017 e diventato collaboratore di giustizia, l’uomo che per oltre un decennio ha assicurato floridi, assidui e cospicui canali di approvvigionamento di cocaina a moltissimi gruppi di spacciatori tra il Nord Milano e la Brianza. Le nove persone arrestate ieri dalla «Narcotici» della polizia, ad esempio, erano referenti di tre diversi gruppi che in 5 anni (2012-2017) hanno acquistato da Rossi almeno 200 chili di cocaina. I racconti del collaboratore hanno già portato all’inchiesta «Red Carpet», 23 arresti coordinati dalla Dda sempre per le piazze di spaccio alla Comasina e Bruzzano. Nei suoi verbali viene ricostruita anche la storia del trafficante/tabaccaio: «Ho iniziato a rifornirlo nel 2012 — racconta Rossi ai magistrati — con un chilo di cocaina alla settimana al prezzo di 43 mila euro, sempre pagati in contanti. Tra 2013 e 2015 le consegne sono sempre state settimanali, al prezzo di 42 mila euro». È il primo passaggio: la «piccola impresa» di Mazzitelli sta crescendo, si conferma cliente affidabile, ha diritto al primo sconto. Che è il primo gradino di un trattamento via via più favorevole: le consegne diventano con cadenza mensile, 3/5 chili per carico, al prezzo di 38.500 euro e pagamento in conto vendita. Ecco come nascono e si sviluppano le aziendine criminali di Milano, la città che assorbe come una spugna tutta la cocaina che arriva: la merce non basta mai per soddisfare la domanda. «Tra maggio e ottobre 2016 — continua Rossi — ho cominciato a consegnargli borse da 10 chili di cocaina “peruviana”. Antonio era un acquirente molto preciso ed esigente. Io lo accontentavo perché era un buon cliente, sempre puntuale nei pagamenti». Il prezzo, a questo punto, è sceso a 36 mila euro al chilo e in seguito cala ancora, fino a 34.500. Dal 2014 il «tabaccaio» può permettersi anche di stipendiare un impiegato: «assume» un uomo che si dedica allo «spacchettamento», a fare cioè le piccole consegne (dai 10, ai 100 grammi) ai clienti o piccoli spacciatori. Quest’uomo vendeva anche in proprio 40/60 «bustine» al giorno, fino al gradino più basso dell’economia criminale.